Roma, bandi dimenticati per i parcheggi a pagamento: perse cifre a sei zeri. Indaga la Corte dei conti

Una concessione ventennale, appalti rinviati di continuo e cifre potenzialmente a sei zeri che non sono mai finite nelle casse comunali. La Corte dei conti indaga sulle possibili omissioni che riguardano la regolamentazione delle concessioni alle associazioni di parcheggiatori capitolini

Roma, bandi dimenticati per i parcheggi a pagamento: perse cifre a sei zeri. Indaga la Corte dei conti
di Michela Allegri
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Venerdì 8 Dicembre 2023, 18:24

Una concessione ventennale, appalti rinviati di continuo e cifre potenzialmente a sei zeri che non sono mai finite nelle casse comunali. La Corte dei conti ha deciso di indagare sulle possibili omissioni che riguardano la regolamentazione delle concessioni alle associazioni di parcheggiatori capitolini, che l’amministrazione che, per anni, avrebbe “dimenticato” di regolamentare, nonostante diversi ammonimenti del Tar. Sarebbe successo, per esempio, nel II Municipio: in tre parcheggi a piazza Mancini, piazza Ankara e viale Pilsudski, fino a poco tempo fa gli automobilisti dovevano pagare 2,50 euro ad addetti che si presentavano con la pettorina e staccavano un tagliando. Fanno parte dell’Aga, l’Associazione guardiamacchine autorizzati. In realtà, da più di un decennio l’amministrazione dovrebbe indire un nuovo bando: l’ultima concessione risale al 2004 e, almeno in teoria, avrebbe dovuto essere temporanea. Nella pratica, si è trasformata in un’autorizzazione ventennale, senza che nessuno si preoccupasse di prendere provvedimenti. A segnalare il caso sono stati gli agenti del comando Parioli della Polizia Municipale, che hanno chiesto spiegazioni al II Municipio, visto che, dai loro controlli, emergeva che l’attività di guardiamacchine stava avvenendo senza titoli. 


Dal canto loro, i responsabili dell’Aga hanno spiegato di lavorare da anni sulla base di accordi con l’amministrazione, in attesa che venga indetta una gara d’appalto. Sul punto il dipartimento mobilità del Campidoglio ha sottolineato che la competenza, in questo caso, è dei Municipi. Una situazione che si verifica in tutta la Capitale - dove solo negli ultimi anni diversi municipi stanno prendendo provvedimenti - e sulla quale ora indagheranno i magistrati contabili. Sulla questione sono pendenti molteplici ricorsi davanti al Tribunale amministrativo, con l’Aga che chiede l’indizione delle gare di appalto e una regolamentazione della situazione. La vicenda ricorda quella del parcheggio di via Fermo Ognibene di fronte all’ospedale Ifo di Mostacciano, dove la stessa Associazione di guardamacchine autorizzati avrebbe operato, apparentemente senza titolo. In questo caso la Corte dei conti aveva chiamato in causa sei ex dirigenti comunali e municipali, contestando loro di avere generato un danno erariale da 7 milioni 247mila euro: l’associazione avrebbe beneficiato a partire dal 2000 - ma per ragioni di prescrizione vengono considerati nell’inchiesta solo gli ultimi 5 anni, fino al 2022 - di un vuoto di potere amministrativo.

Visto che nessuno in municipio avrebbe formalizzato l’acquisizione dei 13mila metri quadri di parcheggio, nessuno avrebbe mai preteso da parte dell’associazione il pagamento di un canone di affitto. La cifra era stata quindi chiesta indietro agli ex direttori amministrativi del Municipio IX e all’ex direttore del dipartimento Patrimonio e politiche abitative. Dagli atti emergeva un rimpallo di responsabilità: nell’invito a dedurre il pm sottolineava che «i direttori del Municipio hanno sostenuto di non avere mai acquisito la competenza gestionale sulle particelle abusivamente occupate, in quanto le stesse non erano mai state formalmente consegnate dal dipartimento Patrimonio».


«Come associazione riuniamo i titolari di licenze comunali, si tratta di circa 258 licenze, rientriamo tra i mestieri ambulanti - spiega Liberato Mirenna, presidente Aga - nel 1992 quando il  Comune di Roma ha voluto inserire i parcometri ha fatto una delibera, senza però regolamentare l’assegnazione dei parcheggi. Mentre attivavano i parcometri abbiamo continuato l’attività per circa un anno, il dipartimento ci faceva sanzionare dai vigili, ma i giudici di pace hanno dato ragione a noi. Abbiamo trovato un accordo nel 1992, dopo una serie di sentenze vinte: il Comune ha deciso che l’attività doveva essere decentrata nei parcheggi dei municipi e che i municipi ci dovevano affidare le aree. Moltissimi però sono rimasti inadempienti. Dopo lotte sindacali e mobilitazioni abbiamo raggiunto un accordo con dipartimento mobilità e trasporti: una parte dei guardiamacchine, circa 30, è stata assorbita in Atac». Nel 2004, una nuoca delibera: «Il Comune ha consentito l’attività di guardiamacchine dove eravamo precedentemente autorizzati e ha stabilito che i municipi ci affidassero in concessione diretta nuove aree fino allo scadere del 2007. Hanno ottemperato solo un paio di municipi. Allo scadere della delibera siamo tornati in Campidoglio, quindi hanno fatto una deroga stabilendo che le aree da dare in concessione dovessero essere trovate con bandi pubblici. Ma i municipi non hanno ottemperato». Da qui, prosegue Mirenna, i numerosi ricorsi al Tar: «I giudici hanno detto che i municipi devono individuare le aree, loro due anni e mezzo fa le hanno trasmesse al Tribunale, ma ancora non hanno fatto un bando. Noi dovremmo pagare una quota per ogni parcheggio».

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