Roma, istigavano all'odio contro ebrei ed extracomunitari: chiuse le indagini I 12 estremisti a rischio processo, tra loro c'è anche "Miss Hitler"

I pm di piazzale Clodio hanno chiuso l'inchiesta sui 12 indagati fra i quali compare anche Francesca Rizzi, la donna che avrebbe vinto nel 2019 il concorso per “Miss Hitler” sul social network russo “VK”

Neonazisti a rischio processo, i 12 estremisti istigavano all'odio contro ebrei ed extracomunitari: c'è anche "Miss Hitler"
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Venerdì 28 Luglio 2023, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 08:29

Propaganda di idee naziste e antisemite, video e immagini dal contenuto razzista e discriminatorio, tesi negazioniste, istigazione a commettere azioni violente contro ebrei ed extracomunitari. Rischio processo per gli appartenenti al gruppo antisemita Ordine Ario Romano smantellato nel giugno del 2021 con l'operazione condotta dai carabinieri del Ros coordinata dalla Procura di Roma.

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Neonazisti a rischio processo a Roma: c'è anche Miss Hitler

I pm di piazzale Clodio hanno chiuso l'inchiesta sui 12 indagati fra i quali compare anche Francesca Rizzi, la donna che avrebbe vinto nel 2019 il concorso per Miss Hitler” sul social network russo VK. Lunghi capelli biondi raccolti in una coda. Un'aquila tatuata da una scapola all'altra e sotto, al centro della schiena, una svastica, ecco chi è la 26enne residente a Pozzo d'Adda (Milano). Le accuse, contestate dal pm Erminio Amelio e dall'aggiunto Michele Prestipino, sono di associazione a delinquere finalizzata alla propaganda e all'istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa.

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Cosa è successo

I militanti, di età compresa tra i 26 e i 62 anni, pubblicavano sui social network, come riporta AdnKronos, contenuti razzisti e antisemiti e risiedevano in varie regioni italiane: 6 nel Lazio, di cui 4 tra Roma e provincia, uno a Latina e uno a Frosinone, tre in Sardegna, uno in Calabria, uno in Abruzzo e uno in Lombardia.

In seguito all'indagine, il gip di Roma aveva disposto per tutti l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo l'accusa, gli appartenenti al gruppo neonazista utilizzando i social network e un gruppo Whatsapp, propagandavano e incitavano alla discriminazione e alla violenza razziale, xenofoba, etnica, antisemita e religiosa. Tra i messaggi e i post finiti all'attenzione degli inquirenti ce ne sono alcuni in cui si nega la Shoah e le «camere a gas», ritenute «la menzogna più grande della storia». I militanti del gruppo scrivevano inoltre: «il pericolo ebraico sarà eliminato solo quando gli ebrei di tutto il mondo avranno cessato di esistere». L'organizzazione prendeva di mira anche i migranti, con messaggi del tipo «affondare tutte le navi ong nel Mediterraneo e abbattere tutte le chiese, sinagoghe e moschee sarebbe la soluzione di parte dei nostri problemi». Ora i 12 indagati rischiano di finire a processo. 

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