Diossina, panico a Ciampino: chi può abbandona la città. Tornano le mascherine come durante il Covid

Dopo il rogo molti abitanti hanno anticipato le ferie, altri sono andati a vivere dai parenti

Diossina, panico a Ciampino: chi può abbandona la città. Nell'area tornano le mascherine come durante il Covid
di Karen Leonardi e Alessia Marani
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Martedì 1 Agosto 2023, 22:33 - Ultimo aggiornamento: 22:35

Finestre chiuse, condizionatori accesi a singhiozzo, gente per strada con la mascherina. L’allarme diossina per il maxi rogo scoppiato sabato nell’impianto di stoccaggio dell’Ecologica 2000, a Ciampino, ha gettato nel panico i residenti e, per via di alcune raccomandazioni a tutela della salute, sembra di essere tornati ai tempi della pandemia. Solo che, stavolta, più che a rimanere chiuso dentro casa, chi può, pensa a scappare altrove. Anche gli esiti sulle nuove analisi della qualità dell’aria resi noti ieri da Arpa Lazio, non sono stati rassicuranti: i valori della diossina, del benzo(a)pirene e del policlorobifenili sono risultati superiori alla norma. A breve partiranno lavaggi straordinari di strade e marciapiedi, si attendono divieti di consumo di cibi prodotti nell’immediata vicinanza del sito. I residenti sono spaventati: «È una bomba per il territorio - dice Andrea Moraldi, di Frattocchie - molti non sapevano neppure dell’esistenza della discarica. E gli amministratori, che continuavano a sostenere, sui siti ufficiali, che non c’è nulla di tossico». «Dove stavano i controlli e le misure antincendio?», incalza Marco Comandini, che abita proprio a ridosso dell’impianto. Sono alcune delle domande che si stanno ponendo anche gli inquirenti. Ieri c’è stato un nuovo sopralluogo dei carabinieri del Noe, i quali però contano di potere tornare venerdì per una rilevazione più complessiva, auspicando che per allora le fiamme siano completamente sotto controllo.

In queste ore è in atto un vero e proprio esodo dai Comuni maggiormente coinvolti dall’allarme diossina. Ciampino è semideserta.

Molti hanno anticipato le ferie, soprattutto chi ha figli piccoli ha preferito lasciare il territorio colpito dall’emergenza ambientale. «Chi può sta andando via da Ciampino – dice Daniela Ballico, consigliera di minoranza - assurdo che non sia stata ancora firmata un’ordinanza: ci sono molti centri estivi sul territorio con tanti bambini che respirano aria inquinata, per non parlare degli anziani, non ci sono provvedimenti seri e si comunica con la cittadinanza solo coi social». C’è incertezza anche sull’utilizzo di carni, frutta e verdura. «Dai dati - afferma il professore Giovanni Galluccio, pneumologo - risulta una criticità nell’area più prossima al rogo. Con una presumile riduzione dell’emergenza nei prossimi giorni. La diossina si deposita sui terreni ed è per questo che, solitamente, non è auspicabile il consumo di prodotti che hanno origine in un raggio di circa tre chilometri. Nell’aria più fastidiosi sono i carboni e fumi, che possono dare fastidio a soggetti ipersensibili». 

 

L’emergenza ambientale e la difesa del territorio ha spinto i cittadini a creare su Fb il gruppo locale “Salviamo l’aria e l’ambiente dei Castelli Romani”, mentre associazioni, ambientalisti e categorie produttive hanno richiesto per venerdì un incontro con l’assessore regionale all’Ambiente, Fabrizio Ghera, con il sindaco di Roma e della Città Metropolitana, Roberto Gualtieri e le amministrazioni comunali dei Castelli. Unanime la protesta dei commercianti dell’area industriale di Ciampino: «Abbiamo già subito un calo pari al 5% della domanda», spiegano dal Best Parking, il centro auto noleggio a pochi centinaia di metri dalla Ecologica – mettiamo la mascherina per proteggerci, non abbiamo altra scelta». Quadro simile all’oulet di via Bandinelli. «L’afflusso dei clienti è sceso notevolmente – dice una delle commesse – purtroppo l’odore di plastica bruciata è fortissimo, abbiamo tolto le mascherine dai cassetti, pensavamo che non servissero più e invece siamo tornati indietro». 

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LE INDAGINI

Nel mirino della Procura di Velletri è tutta la documentazione in possesso alla Città Metropolitana. L’obiettivo è accertare se siano stati rispettati tutti gli standard di sicurezza, a partire dalla prima autorizzazione del 2016 fino alla variante del 2022, rilasciata per aumentare il conferimento dei rifiuti. Bisognerà verificare se il quantitativo e la tipologia di rifiuti trattati siano conformi. I militari nei prossimi giorni risentiranno i tre operai presenti al momento dello scoppio del rogo originato da un nastro trasportatore, parimenti vaglieranno le immagini girate dalla videosorveglianza. Se i sistemi di sicurezza sono stati gravemente deficitari si potrebbe paventare il disastro colposo. Ma ora si indaga per incendio colposo.

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