Un rumore strano e un tonfo improvviso: ieri mattina è crollato il soffitto nell’ingresso esterno della sede della Corte d’appello di Roma. «Ho sentito il rumore dell’acqua e dopo pochi secondi un forte tonfo. Ho fatto appena in tempo a spostarmi», ha raccontato il sostituto procuratore generale della Corte d’ Appello, Roberto Felici. E ancora: «È venuta giù acqua bollente, probabilmente dell’impianto di riscaldamento, con parte delle tubature e del controsoffitto. Per fortuna nessuno si è fatto male». Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma la paura è stata tanta: la sede della Corte d’appello, in via Romeo Romei 2 è stata evacuata. Sul posto, oltre ai carabinieri, la Polizia penitenziaria e i vigili del fuoco che hanno effettuato un sopralluogo per verificare la stabilità dell’edificio e le cause del crollo. Da un primo esame sembra trattarsi di un danno a una tubatura interna del palazzo, che non sarebbe stato nemmeno segnalato ad Acea, estranea ai fatti.
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L’ALLARME
Non è la prima volta che si verificano incidenti nella cittadella giudiziaria.
LE REAZIONI
Luca Bellini, rappresentante Rsu Fsi - Usae del tribunale di Roma, parla di «fatto molto grave. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma rimane alto l’allarme riguardo la sicurezza nei luoghi di lavoro. Al Tribunale di Roma, che è adiacente alla Corte d’Appello, sono iniziati i lavori di efficientamento energetico, ma la situazione è preoccupante: impalcature, percorsi obbligati, rumori di trapani, viavai di operai, un piazzale completamente chiuso perché adibito ad area di cantiere e quindi vie di fuga ridotte. E siamo solo all’inizio». I lavori, infatti, dureranno a lungo. Per questo la Rsu del Tribunale di Roma chiede «la delocalizzazione del tribunale durante tutto il periodo dei lavori». Stessa richiesta anche da parte del sindacato Fp Cgil: l’incidente di ieri, per il quale «possiamo parlare di tragedia sfiorata», è solo «l’ultimo di una serie di episodi che si sono riversati sul personale per periodi prolungati, come lo scorso allarme legionella, talmente grave da rendere necessari numerosi interventi di iperclorazione. Tutto ciò non fa altro che denotare un quadro preoccupante per quello che riguarda la sicurezza dei numerosi lavoratori della cittadella giudiziaria».