L'Umberto I cambia volto: nuovo Dea, gallerie e impianti

L'Umberto I cambia volto: nuovo Dea, gallerie e impianti
di Camilla Mozzetti
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Martedì 27 Gennaio 2015, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 15:32
Una rivoluzione che punta a riqualificare, dopo più di quindici anni, il più grande ospedale di Roma e che mira a riscoprire quelle eccellenze professionali, un tempo vanto per l’intero Paese anche oltre i confini nazionali. Il policlinico universitario Umberto I cambierà volto e grazie a un finanziamento di 220 milioni di euro, provenienti dalla legge 104 del 1998 e dai finanziamenti della regione Lazio, aprirà i primi cantieri già nel 2015. Un restyling ingente che, entro il 2025, rivoluzionerà il 50% del nosocomio universitario capitolino, attraverso la riqualificazione e la ristrutturazione di 17 edifici su complessivi 39. Il progetto – presentato questa mattina dal direttore generale dell’Umberto I, Domenico Alessio, alla presenza del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, del subcommissario alla sanità, Giovanni Bissoni, e del rettore dell’università La Sapienza, Eugenio Gaudio – riammodernerà inoltre 728 posti letto dei 1.235 complessivi.



IL PROGETTO

Storici fabbricati saranno messi a norma, con un’insistenza maggiore nel blocco centrale del nosocomio. Dalle cliniche di Otorinolaringoiatria a Dermatologia, da Oculistica a Radiologia Centrale. Ancora: saranno ristrutturati, inoltre, Clinica medica 1 e 2, Ginecologia e ostetricia, la camera mortuaria e la farmacia ospedaliera. L’intervento riguarderà 80mila metri quadri sui 200mila in cui insiste l’attività medica del policlinico, mentre i restanti 100mila resteranno d’appannaggio dell’università e della facoltà di Medicina e Chirurgia. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, il progetto che, finora è stato approvato dal Nucleo di valutazione regionale, dovrà essere licenziato anche dal ministero della Sanità, poi bisognerà bandire le gare d’appalto. Per queste fasi ci vorranno, presumibilmente dai 3 ai 5 anni, mentre la ristrutturazione complessiva impegnerà all’incirca dieci anni di lavori. Si procederà, inoltre, per gradi senza inficiare l’attività sanitaria del policlinico.



L’OPERA

Un intervento questo, «mai realizzato in 110 anni d’attività dell’ospedale», ha spiegato il direttore generale Domenico Alessio. «E non è più tollerabile assistere al degrado di un nosocomio in cui è stata scritta – ha concluso Alessio – la storia della medicina nazionale e internazionale». Nel 1966, infatti, proprio all’Umberto I, fu eseguito dal chirurgo Paride Stefanini, il primo trapianto di rene in Italia e il terzo in Europa. «Sarà il secondo cantiere pubblico più grande di Roma dopo quello della metropolitana – ha aggiunto il Governatore Zingaretti – e finalmente poniamo fine all’errore fatto negli ultimi 15 anni, in cui la regione ha licenziato al policlinico 75 milioni di euro non in maniera strategica».