Terremoto, il sindaco Raggi: ​«Il piano d'emergenza è vecchio»

Terremoto, il sindaco Raggi: «Il piano d'emergenza è vecchio»
di Alessia Marani e Raffaella Troili
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Lunedì 31 Ottobre 2016, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 10:23

«Ci siamo accorti che c'è un piano di evacuazione fermo al 2008 e ci siamo attivati per rinnovarlo, rivederlo e aggiornarlo». Anche il sindaco di Roma Virginia Raggi finalmente, dopo che lo avevamo scritto all'indomani delle due scosse di mercoledì 26 ottobre avvertite pure nella Capitale, si è resa conto che quel piano d'emergenza ed evacuazione in caso di terremoto a Roma è vecchio, datato 2008. Lo ha detto oggi a margine di una conferenza in Campidoglio per la presentazione del viaggio della memoria rispondendo ad alcune domande sul terremoto.

Ad approntare quel piano fu l'allora direttrice della protezione civile Patrizia Cologgi con la collaborazione dei tecnici comunali e il grande contributo a costo zero di studiosi dell'Università Roma Tre, lo scomparso professore Renato Funiciello in testa. Ogni due anni avrebbe avuto bisogno di un aggiornamento che non c'è stato e giovedì mattina i giornalisti del Messaggero si sono adoperati per reperirlo, per poi scoprire che era online, pubblicato senza mai essere stato pubblicizzato, senza davvero essere mai stato diffuso per conoscenza alla cittadinanza.

Per arrivare a capire dove sia il punto di raduno più vicino alla propria casa in caso di evacuazione e quale sia, invece, il posto riservato alla raccolta dei mezzi di soccorso, bisogna sfogliare un maxi-fascicolo, arrivare al capitolo terzo e leggere da pagina 546 in poi. Insomma un'operazione per niente facile se si è in preda al panico, se non si ha una linea dati funzionante e un pc o uno smartphone a portata di mano. Nè sulle piazze o le strade individuate è stata mai applicata una segnaletica ad hoc.  Quando, mercoledì, molti romani, impauriti per le scosse, sono scesi in strada non sapevano dove andare, che cosa fare. Certo un terremoto di grande portata a Roma non si è mai registrato, ma le faglie appenniniche (soprattutto quella più vicina, di Avezzano) fanno paura e domenica ci sono state nuove crepe nei palazzi e qualche cedimento nei vani degli ascensori. Sapere come muoversi, dove potere andare e trovare riparo e aiuti in caso di pericolo in una città di 2,8 milioni di abitanti a cui si aggiungono ogni giorno un milione tra pendolari e turisti, appare fondamentale.  


 

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