Roma, stretta su tavolino selvaggio: 500 casi nel mirino del Mise

Roma, stretta su tavolino selvaggio: 500 casi nel mirino del Mise
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 30 Novembre 2017, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 01:21
Tavolino selvaggio, cinquecento pratiche arretrate saranno smaltite grazie all'aiuto del Ministero dello Sviluppo economico che mette a disposizione dieci uomini e un avvocato. Non solo: il I Municipio, che copre tutto il centro storico, sarà l'ente pilota per l'informatizzazione delle procedure che riguardano l'occupazione di suolo pubblico, in modo da velocizzare i tempi e allo stesso tempo eliminare ogni zona d'ombra che si nasconde con una gestione cartacea e farraginosa. Sono queste le due decisioni operative prese al termine di un incontro tra i rappresentanti del Mise e quelli del I Municipio. Di questo tema si era già parlato in un vertice in prefettura, al quale aveva partecipato anche la sindaca Virginia Raggi, sul decoro della città. Il ministro Carlo Calenda si era detto pronto ad aiutare i municipi che devono smaltire le pratiche per i tavolini all'aperto (si va dalle domande di regolarizzazione inevase da molto tempo alle sanzioni in ritardo) ma che non lo fanno per mancanza di personale. Successivamente c'è stato anche uno colloquio tra lo stesso Calenda e la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi. Infine, ultimo step, gli incontri tra i tecnici, che di solito avvengono ogni martedì e che dovranno portare un doppio risultato per il I Municipio: accelerazione delle pratiche per gestire il contingente e informatizzazione per le pratiche future.

DIALOGO
Racconta la presidente Alfonsi: «Il primo punto che abbiamo affrontato con il Ministero dello Sviluppo economico riguarda le cinquecento pratiche che dobbiamo smaltire. Attraverso Invitalia ci daranno risorse umane, vale a dire dieci impiegati che ci aiuteranno a smaltire gli arretrati». Invitalia è una agenzia governativa che lavora per favorire lo sviluppo delle imprese. «Ma il Mise ci sosterrà anche con la consulenza di un avvocato perché queste pratiche sono spesso molto complicate e dunque se gli uffici non riescono a terminare il loro iter non è solo dovuto alla carenza di personale, ma anche alla complessità dei temi da affrontare». C'è poi però il nodo di un sistema che si basa tutto su documenti cartacei, con tutti gli effetti negativi che questo comporta, sia dal punto di vista delle velocità delle pratiche, sia per la trasparenza. Racconta la presidente Alfonsi: «Al primo municipio ci sarà il progetto pilota della digitalizzazione: la domanda di occupazione del suolo pubblico non sarà più cartacea, ma informatica. Questo sarà una anticipazione di tutto quello che poi si farà con il finanziamento europeo. Tutto questo renderà più semplice anche fare i controlli, sanzionare e colpire chi viola le regole con i tavolini su suolo pubblico senza autorizzazione o senza pagare il dovuto; ricordiamoci che questa è anche una forma di concorrenza sleale nei confronti degli esercenti che rispettano la legge». Secondo l'Alfonsi questo dialogo con Calenda dimostra che le occasioni offerte vanno sfruttate e che il dialogo tra istituzioni va rafforzato, «ma su questo la Raggi deve avere altre opinioni perché non sfrutta le opportunità offerte». Tavolino selvaggio, insieme alla presenza massiccia di venditori ambulanti abusivi, è uno dei problemi affrontati nel vertice in Prefettura al quale parteciparono Calenda e la Raggi. Per limitare la presenza dei venditori di merce contraffatta saranno organizzati dei servizi di pattugliamento interforze nei punti critici della città.
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