Inoltre, secondo i ricorrenti le leggi italiane non garantiscono la protezione del loro status di genitori biologici nonostante il test del Dna abbia dimostrato che il loro e quello dei gemelli, nati il 3 agosto, sia compatibile. La Corte di Strasburgo ha però rigettato il ricorso, una decisione definitiva, per non esaurimento dei rimedi interni da parte della coppia. Secondo la convenzione europea dei diritti umani, prima di portare un ricorso a Strasburgo, i cittadini devono dare modo al proprio Stato di rimediare ai propri errori.
Nella fattispecie i giudici di Strasburgo affermano che i ricorrenti non hanno iniziato alcun procedimento civile o penale per far accertare le responsabilità dell'ospedale e del personale medico per quanto è accaduto e ottenere un riconoscimento del danno subito.
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