Sbandati, clochard e squillo un girone dantesco in corsia

Sbandati, clochard e squillo un girone dantesco in corsia
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 05:34 - Ultimo aggiornamento: 10:15
IL VIAGGIO
Transenne logorate dal tempo. Rifiuti accatastati. Bagni e ascensori perennemente rotti. Pazienti parcheggiati sulle barelle nel pronto soccorso (qualcuno persino da cinque giorni). Scale antincendio senza porta. E porte che si aprono sulle tegole. Muffa e infiltrazioni sulle pareti. Prostitute. Decine e decine di barboni, sbandati e tossicodipendenti accampati nei corridoi di alcuni padiglioni del San Camillo. Qualcuno di loro la notte poi andrà a ficcarsi nel labirinto dei sotterranei, quelli dove trovi le siringhe come i cartoni dove dormire, la pipì fatta a poche decine di metri dall'entrata di un reparto, e rifiuti abbandonati a terra. «È un problema che ci trasciniamo da anni», spiega un'infermiera. «Poca sicurezza e degrado ci accompagnano da tempo malgrado tutte le denunce - spiegano Stefano Barone, Marco Lelli e Raffaele Piccari del Nursind - e non dipende certo dal direttore generale di turno, ma dalla Regione che deve intervenire. Se non fornisce gli strumenti e i fondi poco si può fare per cambiare le cose. Per non dimenticare il rinvio a data da destinarsi dell'esito da parte della Regione sull'atto aziendale». Eppure una cosa è certa: il San Camillo, resta una delle cittadelle della sanità romana, un punto di riferimento in termini di professionalità. Certo è che nelle interiora di un ospedale così importante non ti aspetti di vedere uno spettacolo tanto desolante. Non pensi di trovare, sotto il padiglione dell'ex cardiologia, o di altre strutture interne un'ambientazione dylandoghiana, da perfetto thriller: serrande corrose, sporcizia, polvere, cartoni, coperte trasformate in letti pure nei corridoi esterni ai reparti. Per la verità, visto che in una struttura sanitaria l'igiene dovrebbe essere la cosa più importante, non ti aspetti neppure che in superficie ci sia spazzatura abbandonata, addirittura sacchetti pieni di immondizia. Bisogna essere obiettivi: non è un degrado esasperato. Però, se invece di un polo ospedaliero fosse un semplice quartiere residenziale, qualcuno avrebbe già telefonato all'azienda dei rifiuti lamentandosi.
LE TESTIMONIANZE
Non solo barboni e sbandati. «Ma anche pannoloni, preservativi e feci lasciate tra gli androni e spazi verdi». È la situazione denunciata ai Carabinieri del Nas e fotografata dall'associazione Assotutela. «Come testimoniano scatti e video fatti durante un sopralluogo insieme al coordinatore nazionale Carlo Valguarnera - spiega il presidente Michel Emi Maritato - possiamo dichiarare liberamente che il San Camillo è ormai un ospedale discarica dove oltre a sbandati, barboni c'è anche chi si prostituisce e vive accampato tra il Forlanini e il San Camillo. Pannoloni, guanti in lattice utilizzati, preservativi e materiale organico abbandonati per giorni tra corridoi e reparti».
MATERNITÀ
La storia dei figli di Roma è scritta sui muri, prima che sulle pagine dei registri battesimali. Sulle pareti del reparto maternità parenti e amici consegnano all'inchiostro i loro messaggi di benvenuto ai nuovi arrivati. Un fenomeno sociale che esiste da anni ma che ora è andato peggiorando. Ma questo è solo un piccolo problema. E sì perché ci sono cose ben più gravi: il padiglione maternità, è senza vie di fuga. «In caso di incendio c'è un rischio molto elevato - spiegano dal Nursind - per le pazienti e i neonati, non essendoci le vie di fuga previste. Mancano le scale antincendio e la sala parto è posta al terzo piano».
GLI SPERPERI
«Certamente la grave vicenda del sabotaggio dell'ossigeno al reparto di terapia intensiva, ha bisogno in tempi brevi di estrema chiarezza, ma questo non venga utilizzato per sviare l'attenzione dai pesanti disservizi e sperperi - dice Fabrizio Santori, consigliere regionale e membro della commissione Salute - A partire dalle numerose e costose carrozzine e letti elettrici di ultima generazione disponibili al reparto di geriatria e utilizzabili al pronto soccorso al posto delle barelle parcheggiate sui corridoi e sottratte alle ambulanze impossibilitate a prestare servizio». «Recentemente abbiamo anche monitorato i Pronto Soccorso sugli accessi in tempo reale e la situazione dei pazienti in attesa di ricovero o trasferimento - conclude Santori - costatando quanto stiano esplodendo i nosocomi del Lazio, il personale sottoposto a turni disumani e i malati costretti ad attese intollerabili e in totale promiscuità».
Elena Panarella
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