La vendita degli immobili è uno dei capitoli più spinosi del dossier consegnato ai giudici. La prima stesura del piano di liquidazione non aveva convinto a pieno il Tribunale, che difatti ha chiesto una seconda perizia per valutare rimesse, uffici e terreni che l'Atac vorrebbe vendere. La seconda stima degli esperti ingaggiati dalla municipalizzata è stata giudicata esauriente. È da lì che si partirà per la procedura di vendita.
UFFICI E APPARTAMENTI
Nell'elenco limato dai consulenti dell'azienda ci sono 19 immobili, che dovrebbero fruttare almeno 95.553.965 euro. Sul mercato finiranno cinque depositi in disuso (le rimesse di Trastevere, San Paolo, Vittoria, piazza Ragusa e il terreno del deposito di Acilia), tre uffici e appartamenti dislocati tra la Tuscolana e la Garbatella, un fabbricato in via dei Rogazionisti, una sfilza di aree e terreni tra Piramide, il Flaminio, San Giovanni, Nomentana, viale Etiopia, San Paolo e la zona Lucio Sestio.
Il Tribunale ha chiesto che i primi 15 immobili siano messi «in vendita a partire dall'omologazione», cioè dall'eventuale via libera dei creditori che si esprimeranno alla fine di dicembre. Ovviamente servirà tempo per avviare la procedura, che probabilmente sarà portata a dama solo verso la fine dell'anno prossimo, nel migliore degli scenari. I magistrati in ogni caso hanno valutato positivamente il crono-programma presentato dall'azienda, ritenendo «superato», col decreto del 27 luglio scorso, «il rilievo mosso relativo alla necessità dell'anticipazione dell'attività di dismissione», inizialmente spalmata su tempi più lunghi. L'Atac può sperare di spuntare nel frattempo qualche rivalutazione urbanistica, che possa far alzare la base dell'asta, anche se la decisione finale spetta al Consiglio comunale.
LE CONDIZIONI
Nel frattempo a inizio agosto sono stati messi sul mercato degli affitti tre vecchi depositi in piazza Bainsizza, piazza Ragusa e in via Alessandro Severo a San Paolo. Garage in rovina che oggi si presentano «in condizioni estremamente deteriorate e pertanto non appetibili vista la futura cessione», ha scritto l'azienda nell'atto con cui si è deciso di cederli per i prossimi 8 mesi, per ricavarne una «rigenerazione urbana temporanea». Chi li prenderà in gestione, in sostanza, potrà sfruttarli per mostre, eventi e set cinematografici, ma dovrà anche occuparsi della manutenzione e della messa in sicurezza degli immobili. All'Atac andrebbe poi il 25% dei ricavi degli eventi. In questo modo la società del Campidoglio conta di «assicurarsi in primo luogo un flusso di reddito e la riduzione o l'annullamento dei costi di gestione e di vigilanza». E potrebbe ottenere anche «la migliore valorizzazione degli immobili», prima che vengano affidati al commissario liquidatore.
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