Roma, il Tevere esonda a ponte Milvio
Il Papa chiama il parroco della zona

Roma, il Tevere esonda a ponte Milvio Il Papa chiama il parroco della zona
5 Minuti di Lettura
Sabato 1 Febbraio 2014, 20:43 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 10:48

Nel giorno della tregua gli occhi sono tutti puntati sul Tevere che intorno alle 22 ha attraversato la Capitale in piena. Intanto si contano i primi danni del nubifragio che ieri ha travolto la città, solo per la Confcommercio già a quota 3,8 milioni. Papa Bergoglio ha espresso la sua preoccupazione per l'ondata di maltempo chiamando il parroco di Sant'Alfonso Maria dè Liguori, don Dario Criscuoli, che guida una parrocchia visitata di recente dal Pontefice e che si trova alla Giustiniana, zona nord della Capitale tra le più colpite dal nubifragio.

È stato raggiunto intorno alle 22 il livello massimo di altezza del Tevere durante la piena controllata. Il fiume ha toccato i 12,72 metri, ha fatto sapere la Protezione Civile di Roma Capitale. Non si aspettano «ondate di piena» né innalzamenti superiori a quello attuale. Nonostante la piena controllata del Tevere non abbia creato disagi né raggiunto i livelli di massima allerta del fiume (intorno ai 14-15 metri) il sindaco di Roma, Ignazio Marino, resta cauto. «Sono un chirurgo, seguo le cose minuto per minuto, ora per ora.

Parleremo di pericolo scampato quando il pericolo sarà certificato come scampato».

Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha dichiarato lo stato di calamità naturale, mentre il sindaco Ignazio Marino ha chiesto al governo una deroga al Patto di Stabilità per la difesa del suolo. «Non è infatti ammissibile - spiega - che in queste gravi circostanze, che mettono a rischio l'incolumità dei cittadini e la sicurezza dei loro beni, i Comuni - pur avendo a disposizione risorse in cassa - non possono utilizzarle».

L'allerta, dicono gli esperti, resta ancora alta, come confermato dalla Regione Lazio che ha prorogato fino alle prossime 24-36 ore l'allerta meteo. A partire dalle 22, e fino al pomeriggio di domani, è attesa nella Capitale la piena controllata del Tevere, che oggi è già esondato in diverse zone della città allagando strutture e circoli che sorgono sugli argini del fiume, da Ponte Milvio a Ponte Marconi. Sacchi di sabbia sonno stati messi a protezione dell'Isola Tiberina e lo stesso è stato fatto per far fronte all'Aniene nella Tiburtina Valley, zona industriale della città.

E non accenna a diminuire la polemica politica, con i Verdi che annunciano un esposto sulle concessioni edilizie nei quartieri di Roma più colpiti ed un consigliere di Forza Italia dell'XI Municipio che denuncia la situazione di degrado della Valle Galeria fotografando rifiuti ospedalieri che galleggiano in strada. L'assessore all'ambiente dello stesso municipio lancia l'allarme per una presunta fuoriuscita di petrolio a Ponte Malnome. Per questo il minisindaco, anche per la vicinanza della discarica di Malagrotta, chiederà una verifica alla Asl e all'Arpa per verificare la salubrità della zona.

Nonostante una giornata all'«asciutto», dunque, Roma ha dovuto fare i conti con i postumi del diluvio con la metro B che ha funzionato a singhiozzo per un'oretta a causa delle infiltrazioni d'acqua alla stazione Termini e numerose strade, compreso un tratto della Tangenziale Est, prima chiuse e poi riaperte per smottamenti e allagamenti. Problemi anche sulla Roma-Fiumicino, dove è stata chiusa la rampa di accesso alla Fiera di Roma. Incessante il lavoro delle forze dell'ordine, protezione civile e vigili del fuoco che continuano a monitorare la situazione con presidi fissi in tutta la città.

I quartieri più colpiti sono quelli di Roma Sud, Piana del Sole, Prima Porta e Giustiniana, dove sono ancora in corso le operazioni per liberare i canali dai detriti. Tecnici dell'Acea sono intervenuti anche ad Acilia e Prima Porta per ripristinare la corrente elettrica. In alcuni casi è stata necessaria l'installazione di gruppi elettrogeni. Insomma, l'emergenza è tutt'altro che archiviata, e da domani sono attesi ancora altri tre giorni d'acqua.

La Protezione Civile di Roma Capitale ha posizionato un migliaio di sacchi di sabbia nelle aree più critiche della città, compreso l'ospedale Fatebenefratelli, sull'isola Tiberina, e alla Tiburtina Valley. Da questa mattina sono stati effettuati più di 200 interventi, e 100 sono in corso tra disostruzioni dei tombini e delle caditoie, smottamenti e allagamenti di strade e abitazioni. Più di 80 le idrovore 'in campo'. «Al momento - si legge in una nota - la Protezione Civile di Roma Capitale ha dato accoglienza a 100 famiglie, tra Prima Porta e Piana del Sole, e a due nuclei familiari sgombrati da una palazzina di via Segrate».

«Ad Ostia Antica, in uno dei Municipi più colpiti, sono state allestite due palestre (una in collaborazione con la Croce Rossa Italiana) - continua la nota - in grado di fornire ospitalità a più di 150 persone. Nella giornata di oggi, poi, sono stati forniti pasti a 300 persone a Prima Porta, per lo più anziani e famiglie, che non hanno voluto abbandonare la loro abitazione dopo l'alluvione di ieri». «Continua, inoltre, il monitoraggio dei fiumi Aniene e Tevere, con presidi fissi a Ponte Milvio, Ponte Marconi, Ponte Galeria, Grottarossa, Idroscalo, Ostia antica e Isola Tiberina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA