Terremoto, Roma: aree di evacuazione in ogni municipio ma non sono segnalate

Terremoto, Roma: aree di evacuazione in ogni municipio ma non sono segnalate
di Alessia Marani e Raffaella Troili
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Venerdì 28 Ottobre 2016, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 13:18


Piano generale, parte terza, da pagina 546 in poi. Chi volesse sapere dove nel suo Municipio sono previste le aree di raduno e soccorso in caso di terremoto deve andare sul sito del Comune e cliccare sulla colonna di destra su Piano generale di emergenza della Protezione civile. Un'operazione non facile per chi è nel panico o in caso di black-out delle linee. Né, le strade e le piazze individuate sono indicate dalla segnaletica. Chi mercoledì ha sentito le scosse ed è sceso in strada, probabilmente non sapeva dove andare.

CAMPI SPORTIVI
Il piano d'emergenza è ancora quello del 2008, realizzato in occasione del sisma de L'Aquila, dall'allora direttrice della Protezione civile comunale Patrizia Cologgi con la collaborazione di Roma Tre. Prevede 8 aree di raccolta dei soccorsi, indica tutte e 72 le zone di soccorso vicino a metro e stazioni e, soprattutto, gli spazi e le vie dove sono previste le cosiddette «isole di attesa», le aree dove le persone costrette a lasciare le proprie abitazioni dovrebbero ritrovarsi in attesa dei soccorritori e di altre indicazioni. Certo, considerato che in preda al panico nessuno va ad accendere il pc, converrebbe farsi coraggio e pubblicizzarlo. «Intanto abbiamo chiesto ai Municipi aggiornamenti e conferme - spiega Cristina D'Angelo, attuale direttore della Protezione civile di Roma Capitale - la valutazione del rischio sismico è sul sito del Comune, come le aree dove le persone devono radunarsi in caso di terremoto, piane scoperte e campi sportivi anche privati indicati dai municipi, poi da lì parte la macchina organizzativa, vengono installati i campi, in caso di dimensioni straordinarie (di tipo B) vengono coinvolti Regione, associazioni collegate e il Dipartimento nazionale Dicomac. Stiamo rivedendo il piano alla luce dei confini geografici dei Municipi, nel tempo si è aggiunta nuova parte edificata, le caratteristiche dei canali sono cambiate, come le aree in frana». Il piano avrebbe dovuto aggiornarsi ogni due anni. E' molto dettagliato, ma poco conosciuto. È un volume corposo che scandisce con molta attenzione la catena delle competenze ed elenca le cose da fare in caso di emergenza e dopo l'evento, nelle sei aree a rischio sismico nella zona di Roma (area vulcanica dei Colli Albani; Valle Aniene, Monti Tiburtini, Prenestini; Frusinate; Monti Vulsini, Lago di Bolsena; Reatino; area tra Tarquinia e Tuscanica).

I LUOGHI
Il capitolo 4 del Piano è dedicato al sistema di informazione alla popolazione, prevede informazione preventiva attraverso vari canali, fornisce il numero verde 800854854, soprattutto informa su quali sono i punti di raduno dei mezzi e le 114 isole a disposizione delle popolazione, da piazzale Metronio a via dei Fori Imperiali, da piazza San Giovanni a via del Tritone, da viale Parioli a piazza del Verano, da piazzale Ionio a piazza del Pigneto, da piazza San Giovanni Bosco a via Trionfale, da piazza San Giovanni di Dio a via di Bravetta. Prendendo in riferimento una delle faglie più vicine, quella di Avezzano per esempio, che può originare terremoti fino a magnitudo 8, nella Capitale si potrebbe immaginare una propagazione sismica fino a 6. Per gli esperti è uno scenario limite. Ma in una città di 2,8 milioni di abitanti più un milione fra turisti e pendolari, l'informazione non dovrebbe mancare.