Roma, tassa di soggiorno mai versata, nei guai 10 albergatori

Roma, tassa di soggiorno mai versata, nei guai 10 albergatori
di Adelaide Pierucci
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Domenica 13 Maggio 2018, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 08:30
La tassa di soggiorno pagate dai turisti andava a finire nelle casse degli albergatori e non in quelle del Campidoglio. Controlli fiscali casuali della guardia di finanza hanno rivelato la strana abitudine di un manipolo di albergatori di trattenere il contributo turistico causando un danno all'erario comunale per centinaia di migliaia di euro all'anno. L'accusa: peculato. Nel mirino della magistratura una decina di indagati, tutti amministratori di strutture in centro. Tra i primi a rischiare di finire a processo con l'accusa dell'appropriazione dei soldi del Comune, il gestore dell'hotel Salis, quattro stelle di via Cavour a un passo dal Colosseo. In un paio di anni l'amministratore dell'hotel, secondo la ricostruzione del pm Alberto Pioletti, avrebbe trattenuto 46.000 euro. Spetta ora al giudice per le indagini preliminari Tamara de Amicis decidere se portare a processo l'albergatore.

PERNOTTAMENTI
Secondo l'accusa il manager non avrebbe versato al Comune le somme riscosse in due anni, somme che avrebbe dovuto girare al Campidoglio ogni tre mesi, e per esattezza entro la scadenza massima dei sedici giorni successivi al trimestre. Le somme contestate sono di 19.604 per il 2014 e altri 26.699 per il 2015. Reato, che secondo una informativa della Finanza fatta recapitare a piazzale Clodio, sarebbe stato commesso «con più azioni in esecuzioni del medesimo disegno criminoso», insomma proprio al fine di appropriarsi dei soldi, come se si trattasse di un guadagno. Per il magistrato «l'indagato in veste di legale rappresentante dell'hotel nonché quale incaricato di un pubblico servizio (da qui l'accusa di peculato, ndr) in forza dei poteri attribuiti dalla delibera del consiglio comunale di Roma numero 67 del 2010, istitutiva della tassa, avendo in ragione di proprio ufficio la disponibilità del denaro pagato dai clienti della struttura alberghiera a titolo di contributo di soggiorno, se ne appropriava». Tanto che il Comune, citato come parte offesa nel procedimento penale, potrebbe costituirsi parte civile. Dalla tassa il Campidoglio contava di racimolare ottanta milioni l'anno. Un dato calcolato sulla base dei pernottamenti rilevati l'anno precedente: circa dieci milioni di arrivi con una permanenza media di 2,4 giorni.

CONTROLLI
Gli albergatori sono stati stanati dopo verifiche fiscali. Il contributo turistico risultava nel capitolo entrate ma non uscite. Ed è così che sono finiti nei guai. Nel frattempo i solleciti di versare quanto dovuto da parte del Campidoglio paiono scarseggiare. Anche nel 2014 era stato individuato un approfitattatore della tassa, il proprietario di un hotel a 4 stelle dietro piazza di Spagna, che durante un controllo nella struttura, aveva sostenuto di essersi «dimenticato di fare i versamenti al Comune». «Si può rateizzare?», ha chiesto. L'ammanco è risultato di 177 mila euro.
 
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