Poligamia, il racconto: «Ho denunciato mio marito bigamo mi ha minacciato: "Ti farò sgozzare"»

Poligamia, il racconto: «Ho denunciato mio marito bigamo mi ha minacciato: "Ti farò sgozzare"»
di Valeria Arnaldi
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Domenica 14 Agosto 2016, 15:31
Il fidanzamento durato due anni. Poi, le nozze. E, dopo cinque anni, la scoperta di un'altra moglie. Luisa Battisti, 50 anni, infermiera a Roma, protagonista suo malgrado di un matrimonio a tre, come è iniziata la sua storia? «Mio marito era egiziano, ci siamo sposati civilmente al Cairo, lui era musulmano, io cristiana. Quando è venuto in Italia ha iniziato a frequentare moschee a Magliana e Centocelle. Lentamente, ha sviluppato una vera ossessione per la religione islamica. Non accettava che portassi vestiti all'occidentale. Voleva che indossassi il velo. Mi chiedeva di convertirmi, diceva che dovevo abbracciare la Verità, tanto tutta l'Europa sarebbe diventata musulmana. Me lo ripeteva ogni giorno come una sorta di lavaggio del cervello».

Lei ha valutato la sua richiesta?
«Ho letto molti libri. Ho i miei valori, però ho voluto studiare la sua religione per vedere se potevo abbracciarne i principi ma non sono riuscita a condividerli. Per lui, convertirmi, in quanto infedele, sarebbe stato un motivo di merito davanti ad Allah».

Come ha reagito di fronte al suo rifiuto?
«Ha iniziato a dire che aveva bisogno di passare del tempo da solo e ogni tanto dormiva da un amico. Così diceva. Invece ho scoperto, che in un viaggio fatto con la scusa di andare dai parenti, aveva sposato una ragazza, l'aveva portata in Italia e aspettava un figlio da lei. La storia è andata avanti per un anno prima che me ne accorgessi».
 
E così lo ha denunciato.
«Ho denunciato subito la bigamia. Sia le forze dell'ordine che il tribunale mi dicevano di lasciar stare, mi chiedevano: vuoi metterti da sola contro l'Islam? Io volevo solo che non gli fosse data la cittadinanza italiana che avrebbe ottenuto in quanto mio marito. Non condivide i nostri valori culturali, pensavo che questo contasse. Ma dopo tre mesi gliel'hanno concessa».

Ha portato, però, avanti la battaglia.
«Ho chiesto la separazione e poi il divorzio. Solo dopo quest'ultimo, c'è stata la condanna per bigamia a un anno, mai scontato, perché è scappato in Egitto».

Suo marito, di fronte alla denuncia, come si è comportato?
«Mi ha messo le mani al collo per strozzarmi, mi ha minacciata, ha detto che mi avrebbe fatto sgozzare. Mi aveva già picchiata un paio di volte quando eravamo sposati, perché mi aveva vista in casa troppo poco vestita durante il ramadan e questo, sosteneva, lo avrebbe fatto peccare e perché non volevo un figlio».

Perché?
«Sarebbe stato musulmano per forza, proprietà del padre. Io sarei stata solo un contenitore».

Sono passati tre anni dal divorzio, come sta lei oggi?
«Porto ancora pesanti le cicatrici di quanto ho vissuto. Ho rinunciato a diventare madre e non sono riuscita a ricostruirmi una vita perché non mi fido più. Ancora ripenso a quando mi ha detto, ridendo che era riuscito a fregarmi grazie alle leggi italiane».

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