Roma, botte e insulti all'amante per gelosia: «Sei la mia schiava, ora ti farò a pezzi»

Roma, botte e insulti all'amante per gelosia: «Sei la mia schiava, ora ti farò a pezzi»
2 Minuti di Lettura
Lunedì 31 Ottobre 2016, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 18:06
Una storia d'amore che si trasforma in un incubo. Prima la convivenza, la nascita di un bambino che oggi ha dieci anni. Poco tempo dopo, la scoperta delle menzogne: lui aveva già un'altra famiglia di cui non aveva detto nulla. Poi, vessazioni continue, sfociate in una denuncia, un processo e, infine una condanna. Giuseppe M., cinquantatreenne casertano, dovrà scontare un anno e 8 mesi di reclusione per maltrattamenti e lesioni pluriaggravate in danno della convivente, che ha abbandonato la casa del compagno e si è rifugiata in una residenza protetta. Da innamorato premuroso, l'imputato si è infatti trasformato in aguzzino: picchiava la vittima, la insultava di continuo. La trattava addirittura come una serva, costringendola a cucinare e a chiudersi in cucina mentre lui cenava con gli amici e i parenti. I fatti risalgono agli anni dal 2008 al 2011. L'imputato segrega in casa la compagna, la costringe a tagliare i ponti col mondo, non le fa nemmeno usare internet. Lui non sopporta che abbia contatti con altri uomini e la insulta, dandole della «donna da strada» anche davanti al figlio. Ossessionato dalla gelosia, la sottopone a umilianti interrogatori ogni volta che lei si allontana dal suo raggio di controllo e arriva ad attribuirle flirt con il proprio datore di lavoro. Le minacce si fanno sempre più pesanti: il cinquantatreenne parla di «toglierle il bambino» e di «farla a pezzi». Arrivano anche le botte, le mani strette intorno al collo, i lividi sulle braccia. Ma il peggio è l'umiliazione costante. Come quando lui invita a cena parenti e amici e lei, costretta a cucinare per tutti, viene lasciata a mangiare da sola. Dopo anni di soprusi, la donna prende coraggio e sporge denuncia, inchiodando il compagno sul banco degli imputati.
Mic. All.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA