Rimozioni, salta la maxi-gara: niente carri attrezzi fino al 2019

Rimozioni, salta la maxi-gara: niente carri attrezzi fino al 2019
di Andrea Bulleri
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Sabato 25 Agosto 2018, 09:09

Habitués della sosta in doppia fila non temete: almeno fino a metà del 2019, è assai improbabile che un carro attrezzi venga a portarvi via la macchina. Il paradosso, nella Capitale del parcheggio selvaggio, è contenuto in una determina dirigenziale pubblicata ieri dal Campidoglio, con la quale si mette nero su bianco quanto segue: il bando per individuare le aziende a cui affidare il servizio di rimozione forzata dei veicoli parcheggiati male (stimati in circa 40mila all'anno) è ufficialmente annullato. Tutto da rifare, dunque. Ed è improbabile che una nuova procedura di gara veda la luce prima di sei mesi, forse addirittura un anno.

STOP & GO
Il pasticcio nasce da alcune previsioni contenute nel bando, che avevano fatto sorgere più di un grattacapo alle aziende del settore interessate ad aggiudicarsi l'appalto una commessa da 3,5 milioni di euro per 28 mesi di servizio. L'intenzione era che la rimozione dei veicoli fosse gestita all'avanguardia, prendendo spunto da piattaforme come My Taxi o Foodora: «Si trova un soggetto che sia in grado di predisporre un'organizzazione amministrativa illustrò a giugno il diggì del Campidoglio Franco Giampaoletti con software, hardware e call center, e che poi possa affidare a società esterne e consorziate il servizio di rimozione». Un mese dopo però, ecco il primo stop da Palazzo Senatorio: solo una sospensione, si disse, con l'obiettivo di «valutare l'opportunità di apportare eventuali rettifiche ai documenti di gara». Ieri la pietra tombale, siglata dalla Centrale unica degli acquisti del Comune, a causa di diverse sviste contenute nella procedura.

LE CRITICITÀ
In particolare, i tecnici della centrale degli appalti capitolina scrivono che il fatturato medio annuo da richiedere alle aziende (individuato in 1,5 milioni di euro) è stato «sopravvalutato», considerando che si legge nel documento i compensi per l'attività di rimozione erano stati stimati in «soli» 200mila euro, per tutti i 28 mesi dell'incarico. Non solo: «Ulteriori profili di criticità» sarebbero dovuti a una «non chiara definizione dell'oggetto contrattuale» del bando, recita la determina. E non finisce qui: alle aziende si richiedeva di «aver svolto nel triennio antecedente la scadenza di presentazione delle offerte almeno un servizio analogo a quello oggetto della gara», ma anche la sottoscrizione di un contratto di subappalto dei «carri rimotori», penalizzando così quei soggetti che già ne fossero in possesso. E dire che di tempo per capire come affrontare la grana della sosta selvaggia ce n'è stato: era il novembre 2015 quando l'allora capo dei vigili, Raffaele Clemente, decise di revocare la guida dei carri attrezzi alle società che per anni se n'erano occupate, perché una di esse aveva avuto problemi con il Fisco. Da allora, tutto il capitolo rimozioni forzate è in carico ai depositi giudiziari. Pochi, e soprattutto lontani dal centro: difficile che intervengano le ganasce, salvo nei casi più estremi. E la situazione, per il momento, non sembra destinata a cambiare.

 
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