Roma, rifiuti, mini impianti nei condomini: arriva lo smaltimento fai-da-te

Roma, rifiuti, mini impianti nei condomini: arriva lo smaltimento fai-da-te
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 2 Febbraio 2018, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 23:18
Arriva l'impianto di compostaggio di condominio. Anzi, per essere più precisi, di caseggiato, perché un unico palazzo non è sufficiente a rendere operativo quel macchinario che dalla frazione organica (la parte umida della differenziata, gli scarti alimentari in sintesi) produce il compost, una sostanza utilizzata in agricoltura. Partiamo dalla notizia di attualità: sul piatto ci sono 30 milioni di euro di finanziamento distribuiti dalla Regione in tutte le cinque province del Lazio.

MECCANISMO
Una parte, 1,6 milioni di euro, arriveranno a Roma, dove il Comune e il Dipartimento ambiente hanno da tempo un progetto di diffusione di questi macchinari in città perché favoriscono comportamenti virtuosi, una raccolta differenziata più attenta e alleggeriscono - sia pure con quantitativi non elevati - il lavoro degli impianti di compostaggio più grandi o il trasporto in altre regioni. Il progetto di Roma Capitale, che circolava negli uffici anche ai tempi di Ignazio Marino, ipotizza di acquistare 120 compostiere di quartiere, metà di queste potranno essere comprate proprio con il finanziamento da 1,6 milioni di euro. Bene, ma come funzionano? In media una singola compostiera dovrebbe lavorare circa 80 tonnellate di rifiuti organici all'anno. In pratica, dunque, non basta un singolo palazzo, ma servono centri residenziali o strutture (come ad esempio un grande ospedale) più complesse. In teoria, più amministratori di condominio possono accordarsi, decidere di installare questo impianto, in modo da metterlo a disposizione di tutti gli abitanti di quella parte di quartiere.

ISOLA
Altra ipotesi: all'interno dell'isola ecologica Ama installa la compostiera di quartiere e qui i cittadini vi portano la frazione umida della raccolta differenziata. Cosa si produce con questi scarti? Il compost, che è un materiale destinato all'agricoltura. Che vantaggio c'è per il cittadino nell'avere nel proprio quartiere un mini-impianto di compostaggio? In questo modo non solo dovrebbe essere più semplice la raccolta differenziata, ma in prospettiva sarà più facile applicare la «tariffa puntuale», quella che fa pagare una Tari meno salata ai cittadini più bravi nella differenziata. Al di là dei fondi a disposizione, però, la parte difficile arriva ora, perché in passato già Ama avviò una gara per acquistare le compostiere, ma alla fine non se ne fece nulla. In linea teorica, comunque, l'applicazione di un piano massiccio di compostiere di quartiere potrebbe dirottare in questi impianti circa 10mila tonnellate di organico, una parte dunque delle 200 mila che ogni anno Roma produce. Questo materiale l'Ama è costretta a portarlo in Friuli (pagando caro per questo) perché non ci sono nel territorio grandi impianti di compostaggio.

PIANO
E qui si arriva all'altro fronte caldo che interessa la frazione organica: la realizzazione dei due impianti di compostaggio a Casal Selce (XIII Municipio) e Cesano (XV). Ama ha quasi completato la progettazione, ma ad oggi nulla è stato portato negli uffici della Regione per avviare la valutazione di impatto ambientale. C'è chi prevede che, per prudenza, i piani saranno presentati dopo le elezioni e non a fine febbraio come sembrava inizialmente. Ma c'è anche chi osserva che su Casal Selce c'è un problema: il terreno è di proprietà della Regione e fino a quando non diventa di disponibilità di Roma Capitale non è possibile avviare la procedura. Dall'assessorato all'Ambiente però ribattono: «Non è vero».
 
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