NEI PICCOLI CENTRI
La strategia della Prefettura è stata messa nero su bianco nella maxi-commessa pubblica appena sfornata e che dovrà trovare un alloggio a 5.573 richiedenti asilo. Sul piatto ci sono 71 milioni di euro di fondi statali, il prezzo a base d'asta sono i famosi 35 euro al giorno per migrante. Si tratta principalmente di ricollocare gli stranieri che abitavano nei vecchi centri ormai smantellati ma anche di trovare una sistemazione a chi è arrivato nei mesi scorsi. Roma, come detto, non ne accoglierà più di mille. Tutti gli altri - sono 4.486 - troveranno assistenza nei piccoli comuni dell'hinterland, fatta eccezione per le poche cittadine dove già oggi sono presenti strutture per immigrati, come Castelnuovo di Porto, dove ha sede uno dei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) più grandi d'Italia. «Puntiamo a una distribuzione davvero equa su tutto il territorio della provincia», spiega ancora il prefetto Basilone. Non nasceranno mega-comprensori, difficili da gestire: le nuove strutture potranno ospitare al massimo 300 migranti ciascuna e saranno dislocate in zone diverse.
LE NUOVE PREVISIONI
Va scongiurata, ragiona il prefetto, una «eccessiva concentrazione nei singoli centri». Perché se è vero che la drastica riduzione degli sbarchi dell'ultimo periodo porterà probabilmente gli uffici del governo ad abbassare le stime sui migranti da accogliere, nel frattempo tocca trovare una soluzione per chi è già arrivato nel nostro Paese e ha chiesto o ottenuto la protezione internazionale. Nel farlo, si cercherà di gravare il meno possibile sulla Capitale, dove i flussi di stranieri sono molto più consistenti di quanto possa apparire dalle statistiche ufficiali.
Secondo l'ultimo rapporto dell'Unhcr, l'agenzia per i rifugiati che fa capo alle Nazioni Unite, a Roma dai 2.250 ai 2.850 migranti vivono in «insediamenti informali» o in edifici occupati, il più alto numero a livello nazionale, mentre il Centro Astalli l'anno scorso ha assistito 14mila stranieri solo nelle strutture della Città eterna.
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