Roma, le minacce del clan Spada: paga o salti in aria

Roma, le minacce del clan Spada: paga o salti in aria
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 8 Gennaio 2016, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 08:35

Era stato costretto a versare duemila euro come acconto dei 275.000 che Carmine Spada, il temuto “Romoletto” di Ostia, gli chiedeva insieme al suo tuttofare, il pregiudicato Emiliano Belletti. Era cominciato così, nella primavera di due anni fa, l'incubo di un tabaccaio di Ostia, che all'improvviso si era ritrovato taglieggiato e terrorizzato. Fino a quando non ha avuto il coraggio di denunciare, di parlare. Una rivelazione confermata ieri in aula proprio nel processo a carico di Spada e Belletti, spediti a giudizio con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso dal pm della Dda Mario Palazzi e l'aggiunto Michele Prestipino.
Una testimonianza importante. È la prima volta, infatti, che un commerciante romano ha il coraggio di puntare il dito contro il presunto clan degli “Spada”, ritenuti vicini per di più alla famiglia Fasciani, il cui capo indiscusso è stato appena condannato proprio con l'aggravante mafiosa. «Tutto è cominciato con la visita di Belletti nel mio negozio, nel tabaccaio di via Stiepovich», ha detto davanti ai giudici il commerciante. «Era l'aprile di due anni fa. Appena è entrato mi ha detto: "Mi hai truffato. Questa cosa ti costerà cara... Ti costa una piotta. Mo' ti viene a parlà un amichetto mio e poi vedi". Capii di chi parlava. E capii pure quello che mi aspettava». Il pretesto per taglieggiare la vittima, secondo gli investigatori, sarebbe arrivata proprio grazie al gioco.
 

L'amico di Spada, infatti si sarebbe esposto in un primo momento solo, rinfacciando ripetutamente al commerciante che per una dimenticanza non avrebbe incassato scommesse vincenti. «La loro accusa era questa», ha riferito il tabaccaio: “Non hai giocato le schedine, ora i soldi li sborsi tu”».

IL SUPERENALOTTO
La romanzina al commerciante era continuata anche per strada: «Lo vuoi chiudere sto cerchio? Se non c'hai i soldi so cavoli tua... Fatteli presta'. Guarda che io t'ammazzo. Damme ventincinquemila euro a settimana a partire del primo maggio». Era il 26 aprile. Il 28 Belletti era tornato alla carica. «Guarda che l'altro giorno non stavo a scherza'. Me devi da' centomila euro. Me costa cinquanta euro datte fuoco al negozio e alle case». Il 29 è ancora là: «Hai rimediato? Te faccio zompa' casa con tutta la famiglia. E non chiama' le guardie». Il 29 aprile, nel pomeriggio al negozio erano arrivati sia Belletti che Carmine Spada. Avevano invitato il tabaccaio a prendere un caffé. «Mi hanno dato diversi schiaffi in faccia», ha detto la vittima in aula: «“Ci hai fatto perdere 275.000 euro - mi ripetevano - Tira fuori soldi. Qui non tornerò. Tornerò solo per ammazzarti"».
Il 1° maggio il tabaccaio aveva ricevuto altre minacce da Belletti visto che gli aveva portato solo 2mila euro. Il tabaccaio, assistito dall'avvocato Giulio Vasaturo, ha rivelato anche di aver avuto per un periodo un calo della clientela «forse per paura». Ora al processo gli sono a fianco la Regione, Comune, Libera e Sos impresa. «Questa testimonianza scalfisce il muro di omertà su cui si sono consolidate le mafie a Ostia», ha detto l'avvocato.