Operaio muore d'infarto a 69 anni: la moglie di 33 e i 4 figli piccoli denutriti e tra i rifiuti nella casa-discarica ad Anzio

Operaio muore d'infarto a 69 anni: la moglie di 33 e i 4 figli piccoli denutriti e tra i rifiuti nella casa-discarica ad Anzio
di Ivo Iannozzi
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Venerdì 16 Novembre 2018, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 13:02
Tragedia e degrado nell'indifferenza. Accade ad Anzio dove un uomo di 69 anni, ex operaio alla Fiat di Torino, viene trovato morto nel giardino della propria abitazione nella zona di Lavinio dagli agenti della Polizia locale che, successivamente, portano alla luce una condizione di totale degrado nel quale viveva la famiglia della vittima formata dalla moglie, una donna di 35 anni, e i loro quattro figli di età compresa tra i 6 e i 10 anni.

La storia comincia quando la donna segnala alla polizia il mancato rientro a casa del marito. Ha aspettato la notte e poi, preoccupata, ha dato l'allarme. Le ricerche danno subito i risultati: sono gli agenti della Polizia locale a ritrovare l'uomo, morto da alcune ore per infarto, in una zona nascosta del giardino che circonda il condominio in cui abitava con la moglie e i figli. Nessuno si accorge del dramma consumatosi in quel piccolo rettangolo di prato. Alcune ore prima l'uomo era stato trasferito d'urgenza in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno per difficoltà respiratorie. Dopo essere stato visitato dai medici aveva rifiutato il ricovero ed era tornato a casa.

Domiciliata in un appartamento di Lavinio, la coppia con i bambini viveva grazie alla pensione dell'uomo, ex operaio della Fiat che aveva deciso un paio di anni fa di trasferirsi dalla provincia di Torino ad Anzio affittando un appartamento nella zona di Lavinio. Una vita appartata quella della coppia. «Quasi dei fantasmi», si lascia scappare un agente della municipale.


Al dramma per la morte dell'uomo, in questa storia si aggiunge la parte forse più triste: il degrado nel quale viveva la famiglia e i quattro bambini, nessuno dei quali frequentava la scuola. Quando gli agenti della Polizia locale si sono offerti di dare assistenza alla donna e ai suoi figli, è venuta alla luce la grave condizione di indigenza in cui viveva il nucleo famigliare.

«I bambini - spiega il dirigente della Polizia locale di Anzio, Sergio Ierace - erano costretti a vivere in stanza sudicie e nauseabonde, con rifiuti sparsi ovunque.
Di fatto si trattava di un appartamento trasformato in discarica. Abbiamo anche accertato che la cucina e il bagno erano in condizioni igienico-sanitarie pessime». Immediato l'intervento dei servizi sociali del comune di Anzio e la decisione di affidare i quattro bambini a strutture esterne. Nel corso del sopralluogo nell'appartamento di Lavinio il dirigente della Polizia locale ha infatti comunicato al Tribunale dei Minori la necessità di procedere all'allontanamento dei minori, mentre i servizi sociali hanno individuato in zona strutture idonee alla loro accoglienza. «Le visite mediche del pediatra - spiega il dirigente Ierace - descrivono i bambini in discreto stato di salute anche se denutriti, sudici e con diverse piccoli problemi cutanei dovuti proprio a una vita condotta in luoghi insalubri. Ma quel che è peggio non risulta andassero a scuola». 
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