La giovane sperava che con le vacanze le attenzioni dell'uomo fossero solo un brutto ricordo. Invece, alla ripresa della scuola, il filippino, che lavorava come badante ai Parioli, era diventato sempre più ossessivo.
Per seminarlo, la 16enne, angosciata, dopo aver raccontato tutto ai suoi, aveva adottato vari stratagemmi. Saliva e scendeva velocemente dall'autobus, per prendere un altro mezzo. Ma lui, ogni volta, si presentava al suo fianco, sempre in cerca di un contatto. Poi, approfittando della calca, allungava la mano verso le parti intime. «Le ho toccato solo un braccio e il fondoschiena», ha detto.
Ieri mattina, a Regina Coeli, il 36enne, difeso dall'avvocato Simona Tranquilli, ha cercato di minimizzare i fatti, ammettendo solo cinque degli episodi contestati dal pm Silvia Santucci. Ma per il gip Emanuela Attura, che ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere, l'uomo, in Italia da 16 anni, sposato e padre di due figli, avrebbe agito come un «predatore», considerando anche la giovanissima età della vittima. Una ragazza di 16 anni che ora ha ripreso a respirare. Libera di andare a scuola sul bus insieme ai suoi amici, dopo un incubo durato mesi.
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