Marino, in aula l'autodifesa sulle multe
«Ho pagato tutti gli otto verbali»

Marino, in aula l'autodifesa sulle multe «Ho pagato tutti gli otto verbali»
di Simone Canettieri
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Martedì 18 Novembre 2014, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 10:31

Quattordici pagine. Da leggere alle 16, in apertura del consiglio comunale, per sperare di chiudere «per sempre» la vicenda della sua Panda rossa. «E iniziare a parlare di cose più importanti». Ecco la relazione del sindaco Ignazio Marino: un’opera scritta a più mani, insieme ai consulenti della comunicazione. Non sarà un intervento né all’attacco né in difesa, ma «da buon padre di famiglia», dicono i fedelissimi che nelle ultime ore hanno levigato il testo come una pietra. E per mettere la parola fine a questa vicenda, a metà tra Il vigile di Alberto Sordi e House of Cards, il sindaco dirà e dimostrerà che ha già pagato le otto multe (per un totale di 640 euro), rimediate dalla sua utilitaria dal 24 giugno al 12 agosto per aver bucato la Ztl. Per via di quel permesso non rinnovato dagli uffici. E cioè dal capo di gabinetto, Luigi Fucito. Marino nella sua relazione non parlerà di colpevoli facendo nomi e cognomi, ma di un generico «errore degli uffici». Non ci saranno dunque annunci di teste pronte a rotolare. Anzi, il chirurgo dem ha intenzione di difendere comunque tutto lo staff perché «lavora venti ore al giorno per il bene dell’amministrazione». Il grosso della linea difensiva di Marino, chiamato a riferire in aula dalla sua maggioranza e con due mozioni di sfiducia della minoranza con cui fare i conti, è fatto del parere fornito dall’Avvocatura. Dove si ribadisce che il primo cittadino ha diritto a tre pass («E io ne ho solo uno») e che non sono riferiti all’autorità, bensì all’auto. Quindi la Panda rossa può essere guidata anche dalla moglie o da chiunque sia.

IN REGOLA

Quanto alle multe, oggetto in questi giorni di diverse e contrastanti versioni da parte del Campidoglio, alla fine il sindaco «per farla finita con questa storia» dirà che ha provveduto a pagarle.

Sia le prime quattro - «che gli sono state notificate in ufficio e non a casa» - che le altre quattro annullate con l’autotutela. Il discorso di Marino, tanto atteso dal centrosinistra quanto dall’opposizione, è stato definito un «po’ debole» da parte di qualche assessore che lo ha letto nel week-end. Ma non è escluso che i guru della comunicazione in queste ore l’abbiano infarcito per chiudere per sempre tutte le falle. L’altro aspetto, infatti, riguarda la denuncia di intrusione informatica, rilanciata sabato o novembre con tanto un video condiviso su Facebook. Un hackeraggio scattato «perché sto calpestando i piedi a chi vuole governare Roma con le tangenti». Teoria completamente ribaltata dal senatore Andrea Augello (Ncd) che ha dimostrato come il presunto dossier per far scomparire la targa della Panda dalla lista dei permessi Ztl sarebbe nato da un autogol degli uffici del sindaco che hanno interrogato il cervellone dell’Agenzia della mobilità con parole chiave diverse. Su questo punto la linea è di non entrare nel merito, ma di insistere sulla pirateria informatica spiegando al Consiglio che di più non si può dire perché in corso un’inchiesta della magistratura. Quattordici pagine, dunque. Tutte d’un fiato. Basteranno a far passare i mal di pancia del Pd, che sarà incontrato due ore prima del grande show?