Quattordici pagine. Da leggere alle 16, in apertura del consiglio comunale, per sperare di chiudere «per sempre» la vicenda della sua Panda rossa. «E iniziare a parlare di cose più importanti». Ecco la relazione del sindaco Ignazio Marino: un’opera scritta a più mani, insieme ai consulenti della comunicazione. Non sarà un intervento né all’attacco né in difesa, ma «da buon padre di famiglia», dicono i fedelissimi che nelle ultime ore hanno levigato il testo come una pietra. E per mettere la parola fine a questa vicenda, a metà tra Il vigile di Alberto Sordi e House of Cards, il sindaco dirà e dimostrerà che ha già pagato le otto multe (per un totale di 640 euro), rimediate dalla sua utilitaria dal 24 giugno al 12 agosto per aver bucato la Ztl. Per via di quel permesso non rinnovato dagli uffici. E cioè dal capo di gabinetto, Luigi Fucito. Marino nella sua relazione non parlerà di colpevoli facendo nomi e cognomi, ma di un generico «errore degli uffici». Non ci saranno dunque annunci di teste pronte a rotolare. Anzi, il chirurgo dem ha intenzione di difendere comunque tutto lo staff perché «lavora venti ore al giorno per il bene dell’amministrazione». Il grosso della linea difensiva di Marino, chiamato a riferire in aula dalla sua maggioranza e con due mozioni di sfiducia della minoranza con cui fare i conti, è fatto del parere fornito dall’Avvocatura. Dove si ribadisce che il primo cittadino ha diritto a tre pass («E io ne ho solo uno») e che non sono riferiti all’autorità, bensì all’auto. Quindi la Panda rossa può essere guidata anche dalla moglie o da chiunque sia.
IN REGOLA
Quanto alle multe, oggetto in questi giorni di diverse e contrastanti versioni da parte del Campidoglio, alla fine il sindaco «per farla finita con questa storia» dirà che ha provveduto a pagarle.