Incendi, torna l'incubo con l'estate: il Campidoglio arruola i pompieri-volontari

Incendi, torna l'incubo con l'estate: il Campidoglio arruola i pompieri-volontari
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 19 Aprile 2018, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 07:55
Il Campidoglio si prepara a un'altra estate torrida e punta a schierare 500 uomini in più per fronteggiare gli incendi. Per domare le vampate di fuoco arrivano i volontari-pompieri: gli addetti della Protezione civile comunale potranno intervenire in prima battuta per smorzare i roghi, senza aspettare l'arrivo dei vigili del fuoco. È la carta che l'amministrazione grillina intende giocare per affrontare il ritorno del grande caldo e la minaccia di una nuova ondata di combustioni, spontanee o dolose.

IL BOOM
L'anno scorso, da giugno ad agosto, il numero degli incendi in città è aumentato del 400 per cento, le fiamme inghiottirono parte della pineta di Castel Fusano, una gigantesca nube nera si alzò sopra Pomezia volteggiando minacciosamente verso Roma, e un'altra pira ancora avvampò in uno sfasciacarrozze, alzando uno sciame velenoso tra i palazzi di Boccea.
L'allerta rimane alta, anche quest'anno. Sulla scrivania di Diego Porta, il nuovo capo della Protezione civile di Roma, è pronta la bozza del nuovo Piano di emergenza comunale, che non viene aggiornato da dieci anni. Il provvedimento sarà presentato domani al numero uno della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, e a stretto giro di posta passerà al vaglio della giunta di Virginia Raggi, per diventare operativo prima dell'estate.

LA BOZZA
La riforma punta ad accorciare i tempi per spegnere gli incendi, sforbiciando i passaggi di una trafila burocratica che oggi, di fatto, impedisce ai volontari della Protezione civile di intervenire subito. Sembra incredibile, ma i volontari che arrivano per primi davanti alle fiamme, non possono spegnerle se non dopo una lunga sequela di passaggi per ottenere permessi e autorizzazioni a intervenire. Si perdono insomma minuti, a volte ore, preziosi per evitare che le vampate si propaghino, divorando metri su metri. Un controsenso, a pensare che 50 associazioni sulle 79 che aderiscono alla Protezione civile di Roma, sono già dotate di mezzi di spegnimento, dalle autobotti agli idranti. E che 500 volontari su 3.500 disponibili a Roma sarebbero già abilitati e allenati a domare le fiamme. Col nuovo piano di emergenza, potranno intervenire appena arrivati sul posto.

SUL TERRITORIO
Il nuovo piano rafforzerà anche i poteri dei municipi, creando un ufficio di Protezione civile in tutti i 15 distretti amministrativi di Roma, ciascuno dei quali, del resto, è grande come una città italiana di medie dimensioni. È una mossa che Porta giudica «necessaria per rendere più incisive e veloci le operazioni di soccorso». Quando la riforma entrerà in vigore, la sede centrale della Protezione civile manterrà le funzioni di coordinamento, mentre i municipi potranno contare su presìdi rafforzati in grado di gestire le emergenze locali in prima battuta.
La bozza a cui sta lavorando il Campidoglio cambierà anche la strategia cittadina in caso di terremoti. Saranno ridefiniti tutti i «punti di ammassamento», cioè le zone dove i cittadini possono radunarsi dopo le scosse. Si tratta di 72 zone di soccorso vicino a metro e stazioni oltre alle cosiddette «isole di attesa», le aree dove le persone costrette a lasciare le proprie case dovrebbero ritrovarsi in attesa dei soccorritori e di altre indicazioni. Il piano attuale, realizzato dopo il sisma de L'Aquila, non è mai stato rivisto e fino a oggi, come ha denunciato Il Messaggero dopo le scosse del 2016 che hanno devastato Norcia e Amatrice, i punti di raccolta a Roma non sono mai stati segnalati. Stavolta invece, le strade e le piazze individuate dagli esperti della Protezione civile dovrebbero essere indicate con appositi cartelli stradali.
 
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