Caso scontrini, chiesta condanna per Marino. Lui si difende: «Mai denaro pubblico per motivi personali»

Caso scontrini, chiesta condanna per Marino. Lui si difende: «Mai denaro pubblico per motivi personali»
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Martedì 5 Dicembre 2017, 15:03 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 00:54
La Procura ha chiesto la condanna di Ignazio Marino per il caso scontrini e l'assoluzione per la vicenda Onlus. È in corso il processo d'Appello a carico dell'ex sindaco, che in una dichiarazione spontanea ha affermato: «Voglio affermare con grande chiarezza che mai nella mia vita e nelle funzioni di sindaco ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali». 

L'ex sindaco, assolto in primo grado dalle accuse di peculato, truffa e falso, ha spiegato, parlando in aula, di aver donato nel 2014 diecimila euro del proprio salario alla città di Roma e di non aver chiesto rimborsi al Campidoglio portando ad esempio gli incontri con il presidente della Roma James Pallotta e con il sindaco di New York Bill De Blasio quando cancellò una vacanza privata negli Stati Uniti trasformandola in incontri di lavoro. Marino ha ricordato anche che «spontaneamente mi presentai in procura e offrii - ha detto - a chi indagava le chiavi della mia agenda elettronica».

L'ex sindaco ha spiegato anche di aver rinunciato al suo stipendio di senatore ancora prima della sua elezione a sindaco lasciando oltre 80mila euro nelle casse pubbliche. «Se sono ladro sono un ladro scemo e incapace di intendere e di volere», ha concluso.
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