Un giorno di paura, turisti in fuga si riparano nei negozi

Un giorno di paura, turisti in fuga si riparano nei negozi
di Laura Bogliolo
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Domenica 13 Aprile 2014, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 13:28
ROMA - La prego ci faccia entrare, la prego. Le mani poggiate sulla porta in vetro scivolano gi per indicare il passeggino e quel piccolino che piange, disperato.

Dietro scorrono i fotogrammi di quello che sembra essere un film horror. Gente che corre, ragazzi che si smascherano lasciando a terra passamontagna neri, fumo, tanto fumo che intanto riempie la strada. Il cameriere del locale a due passi da piazza Barberini verrà mosso da pietà guardando negli occhi Sara, quella mamma rimasta intrappolata nel corteo che in piazza Barberini è esploso nelle violenze. Gli uomini, diventati alleati per caso in un pomeriggio di follia, intanto hanno deciso di mettersi davanti alla porta, di «non far entrare più nessuno, perché è pericoloso aprire anche solo per pochi secondi la porta». Rifugiati dentro il locale, aspettando che la follia passi, mentre vola di tutto in strada. C’è chi piange, chi aveva programmato solo un sabato di shopping in centro e si è ritrovato ostaggio delle violenze. «Mamma, tutto bene, stai tranquilla, torno presto» la telefonata disperata di una ragazza alla quale la foga della folla ha strappato via la busta griffata con l’ultimo acquisto.



LE BOMBE CARTA

È stata una giornata di paura ieri in centro, scandita dal rumore terrificante di bombe carta, un rumore che ha impressionato i turisti rimasti asserragliati negli alberghi di via Veneto, e spaventato i romani che hanno visto in poche ore trasformare le vie del centro in un campo di battaglia. «Il diritto a manifestare non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito nel centro di Roma - ha detto il sindaco Ignazio Marino - una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l'intera città». Le prime avvisaglie di una giornata di paura c’erano state negli sguardi sbigottiti di chi ha trovato in piazza Fiume, via Salaria e Corso d’Italia i commercianti sulle porte dei negozi, pronti ad abbassare le serrande. La città che cambia volto, la città che inizia a stare in apnea, mentre romani e turisti vengono estromessi da piazza Fiume, via XX Settembre. Impossibile raggiungere la stazione Termini per i turisti che si sono ritrovati all’improvviso il centro di Roma spaccato in due dal corteo e dalle forze dell’ordine che hanno blindato le strade. Impossibile uscire dai lussuosi alberghi di via Veneto rimasti ostaggio per ore dei violenti, del rumore assordante delle bombe carta, dei fumogeni che hanno trasformato la strada della Dolce Vita in un campo di battaglia, mentre il Tritone della fontana di piazza Barberini sembrava gridare aiuto avvolto nella nebbia dei fumogeni, spettatore inconsapevole della guerriglia che ha tenuto sotto assedio piazza Barberini. A essere spaventati soprattutto i turisti americani che gridavano «scappa, scappa» alla vista dei primi incappucciati armati di bastone. Stupiti, impauriti, c’è stato anche qualcuno che ha pensato a un attentato quando il suono delle bombe carta ha iniziato a essere più frequente. L’onda delle violenze su piazza Barberini ha quasi respinto romani e turisti tra via del Tritone, Fontana di Trevi, piazza di Spagna e via del Corso. Impossibile muoversi, impossibile capire dove si potesse passare per passeggiare tranquilli.



IL FRASTUONO SI ALLONTANA

Intanto la battaglia trasformava piazza Barberini, relegando i turisti al ruolo di ostaggi, costretti ad alzare le braccia al passaggio dei violenti cercando disperatamente di restare incolumi tra gli spintoni di centinaia di persone che scappavano, correvano, senza neanche quasi sapere il perché. Vasi lanciati, bastoni nascosti nelle bandiere che volteggiano, anche l’ombrellone usato dal venditore di birre fresche diventa un’arma da scaraventare contro le forze dell’ordine. Passano i minuti, il frastuono si allontana, Sara e il suo bambino in passeggino finalmente escono dal locale che ha dato rifugio a una trentina di romani e turisti. Roma ormai è cambiata, piazza Barberini è un letto di detriti, scarpe da ginnastica e impermeabili blu, la nuova divisa dei violenti che ha cambiato colore: dai Black bloc ai Blu Bloc.
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