Roma, droga al liceo Virgilio: lo studente-pusher ai domiciliari

Roma, droga al liceo Virgilio: lo studente-pusher ai domiciliari
di Michela Allegri e Ilario Filippone
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Giovedì 24 Marzo 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 08:23


Esce scortato dai carabinieri, saluta la madre con un sorriso e dà un buffetto sulla guancia alla sorella. Entrambe lo attendono fuori dall'aula di tribunale, insieme a una trentina di compagni di scuola che fanno il tifo per lui, il rappresentante d'istituto “più stimato dagli studenti”. I giudici della II sezione penale, su richiesta della pm Tiziana Cugini, hanno convalidato il suo arresto e disposto i domiciliari con l'accusa di spaccio a un minorenne. Questo significa che Luca Giordano, alunno diciannovenne del liceo Virgilio di via Giulia, oggi non sarà sui banchi di scuola. Non sarà nemmeno nel cortile dell'istituto all'ora di ricreazione, dove tre giorni fa è stato sorpreso mentre cedeva a un amico di 14 anni una dose di hashish. Il Tribunale ha negato al ragazzo la possibilità di recarsi a scuola durante il periodo di detenzione, come era invece stato chiesto dall'avvocato difensore Alessandra Cacchiarelli. Sulla decisione potrebbe aver influito un precedente del giovane: nel 2013, trovato in possesso di mezzo chilo di hashish, era stato "messo alla prova" dal tribunale dei minori. L'anno dopo, era stato fermato nella retata che i carabinieri avevano fatto sempre tra le mura del Virgilio. Giordano, in quell'occasione, era stato assolto per non aver commesso il fatto. Mentre i corridoi del tribunale si riempivano di studenti, il processo è stato aggiornato al 13 aprile. Altri ragazzi attendevano l'esito dell'udienza in via Golametto, di fronte all'ingresso della cittadella giudiziaria. Poche ore prima, invece, un centinaio di alunni ha organizzato una protesta.
 

IL CORTEO
Sono le otto del mattino quando scatta il corteo. I ragazzi partono da via Giulia, alzano striscioni, intonano slogan. Per la preside del Virgilio, Irene Baldriga, si preannuncia una lunga giornata di contestazione: «Hai trasformato la scuola in una prigione», è il coro degli alunni. Marciano in tanti, molti si dicono membri del "Collettivo autorganizzato Virgilio". La dirigente è barricata in ufficio, mentre circa trenta poliziotti tengono d'occhio la rivolta e fotografano le scritte che tappezzano i muri. Il motto è sempre lo stesso: "Baldriga vattene". E ancora: "Fuori le guardie dal Virgilio", "Virgilio libero". Al centro dei contrasti, le incursioni delle forze dell'ordine nell'istituto e il blitz dei carabinieri. «Tutto è partito dalla preside - racconta Davide - la scuola, oramai, è un regime militare con tanto di telecamere. Niente dialogo, solo repressione». In realtà, sarebbero stati i genitori a fornire le imbeccate giuste. Per giorni, militari in borghese hanno controllato l'istituto. Poi, sono usciti allo scoperto e hanno arrestato Giordano. «A scuola quasi tutti hanno sostanze stupefacenti», ha detto il giovanissimo acquirente, lasciando di stucco gli investigatori. «Sono cose che capitano in tante scuole, non si capisce perché al Virgilio debba diventare una cosa di cui discutere. I genitori? Solo un'esigua minoranza sostiene le ragioni degli studenti che protestano», ha dichiarato invece la dirigente. E commentando il corteo ha aggiunto: «Hanno cercato di impedire agli altri studenti di entrare, facendo dei picchetti. Stamani abbiamo trovato il portone sul Lungotevere chiuso con del silicone».