«È l'ennesimo caso di aggressione per incuria - prosegue - Gli animali a Muratella stanno pagando con la vita le scelte scriteriate di una giunta che non ama gli animali.
Non si può affidare la vita di esseri maltrattati e abbandonati a servizi privati che ragionano secondo la logica del massimo ribasso. Il Comune ha risparmiato, ma a pagare il prezzo più alto sono stati i lavoratori licenziati e i cani che hanno perso le cure previste per legge. Chiediamo legalità e una risposta definitiva sulla gestione di un servizio pubblico obbligatorio. È inaccettabile che il gestore non rispetti le condizioni del bando». «La società doveva assumere tra 6-8 educatori, punto mai rispettato - continua - Non c'è nessuno che si occupa di rieducare questi 600 cani. Animali che subiscono violenze e traumi hanno bisogno di assistenza. Nella struttura c'è carenza di personale, servirebbero 40 operatori. Se non ci fossero i volontari, quei cani rimarrebbero chiusi in gabbia. Gli sprechi nella Capitale ci sono e vanno eliminati, ma tagliare sul benessere di questi esseri indifesi è pura disumanità - conclude Sidoli - Questo atteggiamento equivale a una condanna a morte di innocenti».
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