Cade in piscina, grave bimbo di due anni
I genitori: «E' stata una disattenzione»

Cade in piscina, grave bimbo di due anni I genitori: «E' stata una disattenzione»
di Riccardo Tagliapietra e Raffaella Troili
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Giovedì 3 Aprile 2014, 08:00
Correte annegato un bambino. La chiamata al 118 arriva alle 19,35, in pochi minuti ambulanza e automedica sono in via della Giustiniana. Un cancello si apre su una serie di villini, fuori nel viale c’ una donna agitatissima, una parente del piccolo, sotto choc, chiede aiuto.



Vicino alla piscina di una casa privata c’è un bimbo di due anni e dieci mesi, porta una tutina grigia e rossa, è esanime. È finito nell’acqua, ma nessuno è in grado di dire ai soccorritori per quanto tempo è rimasto senza respirare. Il medico e gli infermieri entrano di corsa nella villetta, trovano il piccolo in forte ipotermia e in arresto cardiorespiratorio. È grave, i sanitari cercano di rianimarlo per fargli riprendere l’attività cardiaca. Viene intubato e trasportato in gravi condizioni al Sant’Andrea, stabilizzato, e da qui poi trasferito nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Gemelli. Le sue condizioni sono critiche. In via della Giustiniana e successivamente in ospedale arrivano gli agenti di polizia per ricostruire l’accaduto, viene mobilitata anche la Scientifica. Intanto fuori alla porta rossa della Terapia intensiva pediatrica genitori, la sorella e i familiari più stretti pregano e piangono, chi s’inginocchia, chi piange con la testa tra le mani.



Una disattenzione, solo una disattenzione. «Eravamo impegnati per la cena, nessuno si è accorto che il bimbo si è allontanato», ripetono ai poliziotti del commissariato Flaminio Nuovo, i genitori, pieni di dolore e rabbia.



LA TESTIMONIANZA

Sarebbe stata la sorella, alle 19,30 ad accorgersi dell’assenza del povero bambino. «Era dentro l’acqua, l’abbiamo perso di vista», dicono tutti sotto choc. «La piscina è in una zona più alta rispetto alla casa, non si è mai spinto fino a lì...», scuote la testa la mamma. Forse per questo passa del tempo prima che pensino al peggio. Non si spiegano come è potuto arrivarci, non vanno subito a vedere lassù. In via della Giustiniana, un dedalo di una sessantina di ville, solo alcune con piscina all’aperto privata, in pochi si sono accorti dell’accaduto. Intanto all’ospedale passano le ore. Verso mezzanotte un medico esce dalla sala di terapia intensiva, apre la porta e dice alla famiglia di salire. Il piccolo ha ripreso l’attività motoria, respira da solo, ma resta gravissimo ed è ancora presto per capire se ha subito danni cerebrali.



IL PRECEDENTE

Aveva appena 18 mesi la bambina morta annegata nel 2011 in una piscina di una villa privata, in via di Grottarossa, sempre in un comprensorio di ville. A dare l’allarme era stata la zia, la piccola Anna Neroni, figlia di un neurochirurgo del San Giovanni, una volta finito di mangiare, era sfuggita all’attenzione della baby sitter. Quando l’hanno trovata, in piscina, era ormai troppo tardi.

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