Atac, ricorso Antitrust sulla proroga al contratto: «Si viola la concorrenza»

Atac, ricorso Antitrust sulla proroga al contratto: «Si viola la concorrenza»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 22 Maggio 2018, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 13:13

Il ricorso è già stato spedito in Campidoglio e nel quartier generale dell'Atac in via Prenestina. Entro fine settimana sarà protocollato al Tar. Sul plico c'è il timbro dell'Antitrust: l'Authority per la concorrenza e il mercato ha bocciato la proroga del contratto di servizio tra il Comune di Roma e l'Atac fino al 2021. Il Garante mette in dubbio uno dei «pilastri» del concordato che, secondo la giunta di Virginia Raggi, dovrebbe salvare la partecipata dei trasporti dalla bancarotta. Ora la palla passa ai giudici amministrativi, che dovranno decidere se l'amministrazione M5S ha agito correttamente oppure no. L'Autorità nel frattempo ha chiesto una sospensiva, ma l'udienza verrà fissata solo quando l'atto verrà depositato materialmente in Tribunale.

IL RINVIO E LO STOP
Già a novembre, va detto, l'Antitrust aveva sollevato perplessità sull'operazione condotta dai Cinquestelle, criticando la scelta di evitare la messa a gara dei trasporti pubblici entro fine 2019, come prescrivono sia la legge che le norme Ue. La proroga della scadenza del contratto di servizio dal 4 dicembre 2019 al 3 dicembre 2021, secondo il Garante, potrebbe avere profili di illegittimità «in quanto lesiva della concorrenza». Per questo il Campidoglio già sei mesi fa era stato invitato a «valutare con estrema attenzione la sussistenza dei requisiti formali e sostanziali per un nuovo affidamento». Secondo l'Autorità «al momento, e nonostante la situazione di grave crisi economica e finanziaria in cui versa Atac, non sussistono le condizioni di emergenza o di pericolo imminente di interruzione di servizio che giustifichino questo tipo di intervento».

Stessi dubbi avanzati dalla Ragioneria generale del Comune, che in un rapporto del gennaio scorso, ha cassato anche la scelta «di disporre in via anticipata un provvedimento di proroga disgiunto dalla scadenza del contratto attualmente in essere, sul solo affermato presupposto che non possa utilmente costruirsi un piano industriale» legato al concordato.

I RISCHI
Cosa rischia ora l'Atac, 12mila dipendenti e un debito da 1,3 miliardi di euro che, se il concordato andasse in porto, si estinguerebbe solo nel 2055? «Se non ci fosse la proroga che supporta il piano industriale, il pericolo di blocco del servizio sarebbe molto concreto», aveva detto a gennaio, l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. In realtà dalla sede di Atac, per ora, non trapela particolare agitazione: anche se la giustizia amministrativa - compreso un eventuale secondo grado, al Consiglio di Stato - desse ragione all'Authority, l'Atac dovrebbe continuare a operare almeno fino alla fine del 2020, considerando che per mettere in piedi e assegnare una gara pubblica di queste dimensioni - tutto il servizio di bus e metro della Capitale - servirebbero un paio d'anni, se non di più. L'impatto di una bocciatura, in caso, riguarderebbe il futuro dell'azienda dopo il 2021, perché Atac, solo se risanata davvero, e a ritmi ultra-rapidi, potrebbe primeggiare con altri competitor sul mercato e aggiudicarsi il bando del Comune.

 

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