All'appello mancano i presidi: scuola al via con 112 reggenze

All'appello mancano i presidi: scuola al via con 112 reggenze
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 3 Settembre 2018, 07:51
Tecnicamente è impossibile ma i presidi della Capitale sembra abbiano acquisito il dono dell'ubiquità, riuscendo a gestire la direzione di più scuole insieme. Si chiamano reggenze e rappresentano il meccanismo con il quale uno stesso dirigente nominato a capo di un istituto presiede anche un altro magari dall'altra parte della città. Sono i dati elaborati dal centro studi Osservare oltre dell'Associazione nazionale presidi a dimostrare questa situazione divenuta negli anni una vera anomalia nel panorama scolastico. Il motivo è semplice: i presidi mancano, a Roma soprattutto, e dunque a un dirigente viene dato il doppio incarico. In tutta la Capitale, tra istituti comprensivi e superiori, ci sono più di 1.400 scuole. Per il prossimo anno le reggenze ammontano a 112 (circa l'8% del totale) e si concentrano per il 78,5% negli istituti comprensivi (88 reggenze) che hanno al loro interno scuole d'infanzia, elementari e medie.

I COMPITI
«È una situazione preoccupante denuncia Mario Rusconi, a capo dell'Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio per tanti motivi». A partire dall'impossibilità oggettiva per un preside di seguire quotidianamente ciò che succede all'interno di una scuola se è impegnato nella gestione di un'altra che gli è stata affidata per mancanza di dirigenti. «Anzitutto prosegue Rusconi viene a mancare il rapporto diretto con professori, genitori e studenti; in più si rallentano tutta una serie di attività fondamentali per il corretto funzionamento didattico di una scuola: il preside fa parte del consiglio di istituto, presiede il collegio dei docenti e deve preparare quest'ultimi oltre a mantenere i rapporti con gli enti locali (Comune per gli Ic e Città metropolitana per gli istituti superiori ndr) quando riesce a far tutto?». Di fatto, il lavoro è duplicato a fronte di un aumento in busta paga che non arriva a 700 euro lordi (350 circa netti). Il rimedio? Più dirigenti ma l'ultimo concorso bandito dal ministero dell'Istruzione produrrà dei risultati in termini numerici solo a partire dal prossimo anno. Scrutando a fondo l'indagine condotta dal centro studi dell'Anp, si evince come a fare le spese di questa situazione siano anche gli istituti superiori.

I LICEI
Per l'anno scolastico in partenza nella Capitale ci saranno due licei artistici e altrettanti classici ad avere il preside reggente. Lo stesso accadrà negli scientifici (4 reggenze) e negli istituti tecnici (2). Reggenza anche per un Alberghiero e un Tecnico agrario. E facciamo allora qualche esempio: tra le nuove reggenze c'è quella del liceo Scientifico Labriola affidato alla preside Rejana Martelli che però è titolare di ruolo all'Ic di via delle Azzorre. All'istituto Tecnico Piaget è stato nominato preside Giovanni Scancarello che, tuttavia, è titolare del liceo Maria Montessori. La preside dell'Ic Rita Levi Montalcini di Don Bosco, Cristina Costarelli, dovrà guidare anche il liceo Scientifico Newton, mentre il preside dell'Ic Pio Latorre, Flavio Di Silvestre, è chiamato a svolgere il medesimo incarico allo Scientifico Pasteur. Tra le (storiche) conferme delle reggenze c'è quella della preside Elisabetta Giustini, titolare all'Iis Galileo Galilei e incaricata di guidare anche l'Iis Carlo Urbani, oltre alla dirigente scolastica Patrizia Marini titolare di ruolo al liceo Artistico Garibaldi e chiamata a presiedere anche l'istituto Tecnico agrario Sereni.
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