Buche stradali a Roma, lavori flop: i rattoppi dell'asfalto non resistono ad auto e pullman

Per l’asfalto dissestato, in alcune zone limiti di velocità fino a 30 chilometri orari

Buche stradali a Roma, lavori flop: i rattoppi dell'asfalto non resistono ad auto e pullman
di Francesco Pacifico
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Domenica 23 Ottobre 2022, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 10:04

Buche rattoppate da poco che si riaprono appena piove oppure perché l’asfalto non resiste al passaggio di bus e altri mezzi pesanti. Strisce pedonali dipinte di fresco che sbiadiscono, anzi in alcuni casi si cancellano, creando scompiglio tra i pedoni e nella stessa amministrazione che ha pagato per i lavori. A Roma, nella città degli eterni cantieri, ce ne sono alcuni che sono più infiniti di altri. E parliamo di opere semplici che devono essere rifatte costantemente, proprio perché realizzate male, con materiali scadenti, senza un vero controllo, anche perché i verificatori a disposizione del Comune sono meno di una trentina. Senza contare le poche risorse per i Municipi - competenti sul 75 per cento delle strade di Roma - o i ritardi nel grande appalto per la viabilità secondaria.

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In quest’ottica non deve meravigliare che due importanti arterie da pochi mesi risistemate come via Nazionale e viale Parioli vedano l’asfalto già sbrecciato, rispettivamente, sulla preferenziale dei bus o in concomitanza con viale Maresciallo Pilsudski.

A Monteverde, a via dei Quattro venti le buche rattoppate nei pressi della stazione si sono riaperte. Varie crepe affliggono gli automobilisti a San Lorenzo, per esempio a via dei Reti e via dello Scalo San Lorenzo. Dario Nanni, consigliere capitolino di Azione, denuncia che «nel mio quartiere, a via di Borghesiana all’intersezione con via Barumini, la stessa buca quest’anno si è aperta almeno cinque volte per una perdita». A via Fonte Nuova, nell’VIII Municipio, sono quasi venuti alle mani residenti e operai di una ditta perché si è riaperto una fosso nello stesso punto che era stato sistemato un mese prima. 

LE ZEBRE

Non meno emblematico quanto avviene con le strisce pedonali. Per esempio quelle di piazza Venezia. Nell’estate appena terminata, l’amministrazione comunale ha dovuto chiedere alla ditta di ridipingerle una decina di volte. Ufficialmente si dà la responsabilità al caldo record, che avrebbe accelerato l’assorbimento della vernice da parte dei sampietrini. Ma ci sono dubbi sulla qualità degli smalti utilizzati. 
In molte parti di Roma gli attraversamenti pedonali non vengono rifatti da anni, causando anche incidenti e contenziosi di natura assicurativa. Ma, come detto, non mancano i casi di zebre appena tratteggiate che nel giro di qualche mese, se non settimane, diventano un ricordo sbiadito. Come è successo a corso Vittorio, strada molto battuta dai turisti collega l’area archeologica e il Vaticano. All’altezza di largo Vidoni, dove c’è il ministro della Funzione pubblica, le strisce ormai coprono metà della carreggiata. Stessa immagine anche a nei pressi di Palazzo Chigi, all’incrocio tra via del Corso e via dei Sabini o in vari tratti di Trastevere. A Termini sono quasi cancellati gli attraversamenti dall’uscita di via Giolitti o da piazzale dei Cinquecento verso via Cavour. Ma le cose non vanno meglio in periferia: i residenti di Torrevecchia, per esempio, hanno inondato i social le foto per denunciare che rifatto l’asfalto, l’amministrazione si era dimenticata di rifare le strisce.

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