Oro, stucchi e angeli: a Roma riapre la chiesa di Sant'Agostino

Porte aperte da oggi alla basilica dove risplendono affreschi, marmi e sculture

Oro, stucchi e angeli: a Roma riapre la chiesa di Sant'Agostino
di Laura Larcan
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Sabato 27 Agosto 2022, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 19:19

Una galassia di luce e di incanto. Occhi all'insù, l'effetto è sorprendente. Dopo otto anni di restauro, l'interno della basilica di Sant'Agostino, gioiello a pochi passi da piazza Navona, sembra brillare di luce propria. Qui, la decorazione della navata centrale, rivestita di cicli di affreschi, misti a stucchi dorati e fregi marmorei pregiatissimi, appare rinata (è il caso di dirlo) dalla penombra di strati secolari di polveri. Via i ponteggi ciclopici che l'avevano incartata, si è concluso il lungo e complesso intervento di restauro condotto dagli specialisti della Soprintendenza di Roma guidata da Daniela Porro. Il pubblico può entrare da oggi e riscoprire una delle chiese più belle di Roma, amata dallo stesso papa Francesco che qui è venuto in visita ad ammirarne i suoi capolavori, soprattutto la commovente e ipnotica Madonna dei Pellegrini del Caravaggio.
TOUR NOTTURNO
E domani, evento nell'evento, aprirà straordinariamente le sue porte dalle 21 a mezzanotte, per un ciclo di visite guidate gratuite condotte dallo staff della Soprintendenz, con turni di visita ogni mezz'ora con un massimo di venti visitatori, con ultimo ingresso alle 23.30 (informazioni su: www.soprintendenzaspecialeroma.it). Pensare che i complessi interventi di consolidamento strutturale e di restauro sulle partei della navata centrale, curati dall'architetto Alessandro Mascherucci e dalla restauratrice Chiara Scioscia Santoro, sono stati condotti in piena emergenza Covid. Oggi lo spettacolo è altrettanto commovente. Qui spicca ora l'estro di Pietro Gagliardi, un grande maestro dell'Ottocento, allievo di Tommaso Minardi e Vincenzo Camuccini, formatosi all'Accademia di San Luca. Qui Gagliardi, fra il 1858 nel 1868, realizzò la decorazione della navata centrale sopra gli archi con le storie di Maria e le figure del Vecchio Testamento. Una impresa con cui doveva sostenere il confronto diretto con i giganti del Rinascimento che impreziosiscono la basilica. «Non a caso la Basilica di Sant'Agostino è un libro di Storia dell'Arte spiega Daniela Porro - con capolavori di Raffaello, Caravaggio, Jacopo e Andrea Sansovino, Lanfranco, Guercino, Bernini e di tanti altri».

E il restauro restituisce la forza e la grazia a questo artista che qui ha rivestito di capolavori una superficie pittorica di 800 metri quadrati, a quasi 20 metri di altezza (non a caso il ponteggio per il restauro è stato monumentale).

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«Il restauro ha rimesso in luce quella che era la tecnica esecutiva di questo artista - raccontala responsabile del restauro Chiara Scioscia Santoro - non a caso dalla pulitura delle pitture murali sono emerse le stesse modalità di esecuzione nell'affresco che utilizzavano Michelangelo e di Raffaello». Splendono ora le storie della vita di Maria. Con una particolarità: tra le storie di Maria è raffigurata anche la natività che rimanda in qualche modo al dogma dell'Immacolata concezione proclamato appena quattro anni prima delle pitture (nel 1854).
LE SORPRESE
E si possono ammirare ora le eroine bibliche a grandezza naturale: Rebecca con la dolcezza molle del volto reclinato, Esther con le ricche vesti che sembrano fluttuare, la fiera Giuditta, la nobile Ruth, e ancora Abigail e Giaele. «La figura di Rebecca racconta molto di questo pittore - dice Scioscia Santoro - qui sono venute alla luce le incisioni che evocano il sistema di divisione delle giornate di lavoro dell'artista come si usava nel Rinascimento. Si colgono la trasposizione del disegno attraverso l'incisione indiretta e la tecnica cosiddetta dello spolvero». Le figure sono costruite attraverso pennellate corpose che giocano con le ombre e le luci in modo da far risaltare i volti e le pieghe delle vesti a venti metri d'altezza. Impressionante. E l'oro zecchino. Una profusione di foglie d'oro messe a goccia sul fondo dipinto di giallo chiaro. Eccola davvero la galassia di luce.
 

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