Ultimato il restauro delle antiche colonne davanti al “Portico di Claudio” ai porti Imperiali a Fiumicino. Il complesso archeologico della strada circondata dalle “colonnacce” torna così a respirare l’antico splendore, attorniato dai maestosi magazzini traianei. Il Parco archeologico di Ostia Antica, che abbraccia i porti di Claudio e Traiano sulla via Portuense, accelera il recupero di importanti monumenti della Roma Imperiale. «Dal 1933, da quando è state portata alla luce la strada colonnata, è il primo intervento per recuperare i “rocchi” di travertino – commenta il funzionario archeologo Marina Lo Blundo, responsabile scientifico dell’area dove sono conservati i reperti dei porti di Claudio e Traiano sulla via Portuense -. Dopo circa 2 mila anni le colonne sono tornate a assumere il loro colore originale. Gli interventi di recupero della zona ora proseguiranno con il consolidamento dei contrafforti della parte in laterizio del muro di settentrione. Entro la prossima primavera è previsto il completamento delle operazioni di restauro del quadrante».
Gli interventi di recupero di 16 delle originarie 18 colonne è stato molto complesso in quanto la conservazione era giunta a un punto critico a causa del materiale con caratteristiche molto porose.
La “strada colonnata” era stata scoperta nel corso dei lavori di bonifica intrapresi dal principe Giovanni Torlonia. I riflettori del Parco ora sono puntati sul Salone dell’archeologia del turismo culturale “TourismA” che si terrà a Firenze. «L’evento è una vetrina molto importante e non solo a livello italiano – conclude Lo Blundo – che ci consentirà di promuovere i nostri stupendi siti e in particolare il Museo delle navi, riaperto di recente all’aeroporto di Fiumicino». Nella moderna struttura di via Guidoni è infatti esposta una delle più importanti collezioni di navi romane che hanno solcato il mar Mediterraneo. Si tratta di relitti scoperti, tra 1958 e il 1965, durante la costruzione del Leonardo da Vinci nell’area dove insisteva il bacino di Claudio. Gli scavi del Genio civile portarono alla luce 7 scafi di “onerarie” ma solo 5 in ottimo stato sono oggi esposte nel museo tra cui una barca da pesca con a bordo una vasca per conservare vivo il pescato fino al momento della vendita in porto.