Era considerata la più grande basilica della Roma imperiale, progettata dall’estro dell’archi-star dell’epoca Apollodoro di Damasco al servizio dell’imperatore Traiano. Una grandiosità architettonica che ora diventa più percepibile, così come appariva duemila anni fa. E senza effetti speciali da tecnologia digitale tridimensionale. Nel Foro di Traiano rinasce la Basilica Ulpia di Roma, o almeno una porzione importante con la ricostruzione del doppio colonnato, insieme ad una parte del grande architrave ricostruito.
IL CANTIERE
I Fori imperiali cambiano skyline, dunque. Turisti e romani in questi giorni di feste avranno una ulteriore sorpresa dalla passeggiata nell’area archeologica centrale. Basta arrivare nell’area del Foro di Traiano, quasi a ridosso della Colonna Traiana dove è stato completato il cantiere di ricostruzione della Basilica Ulpia. Un lavoro complesso e ambizioso, iniziato nel 2021, sulla base di un progetto che viene da lontano, in consegna alla Sovrintendenza capitolina, e alla collaborazione che il Comune di Roma aveva stretto con il magnate uzbeko Alisher Usmanov, che donò all’operazione un milione e mezzo di euro.
LA TECNICA
La tecnica adottata dall’équipe di archeologi guidati da Claudio Parisi Presicce è quella dell’anastilosi, ossia dal recupero delle colonne originali, per anni conservate a terra nel sito archeologico, e riassemblate insieme come un puzzle gigantesco per evocare la verticalità iniziale dell’edificio.
I GRADINI
La Basilica porta il nome “Ulpia” perché era stata intitolata dall’imperatore alla sua famiglia (il suo nome completo era infatti Marcus Ulpius Traianus). Fu costruita tra il 107 e il 113 per essere la più grande di Roma, lunga ben 170 metri e larga sessanta. Appariva sopraelevata su tre gradini in marmo giallo antico, che ora, con il cantiere di restauro, sono stati rimessi a vista ai piedi del colonnato.