Rifiuti, i vertici M5S blindano Muraro. Ma gli assessori prendono le distanze

Luigi Di Maio
di Lorenzo De Cicco e Mauro Evangelisti
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Lunedì 8 Agosto 2016, 08:09
I colonnelli del Movimento 5 Stelle difendono a oltranza Paola Muraro, si spendono con dichiarazioni pubbliche, ma nella giunta del M5s a Roma, in molti sono infuriati per la piega che sta prendendo la vicenda. Non era così che immaginavano la loro avventura nel primo governo pentastellato della Capitale. «Quando ti succede una cosa del genere, non dovresti uscire di casa per tre mesi. Altro che restare in giunta», si sfoga un assessore di Virginia Raggi appena sente il nome della collega, titolare dell'Ambiente. «Sapevamo che era stata consulente per qualche anno con l'Ama, ma tante cose sono venute fuori solo adesso. E l'impatto sull'immagine di tutta la giunta è micidiale, pensate alle telefonate con Buzzi...».

ASSENTI
Ecco perché nel Consiglio comunale straordinario sui rifiuti, che è stato convocato per dopodomani, sui banchi della giunta rischiano di esserci diversi posti vuoti. Insieme alla Muraro, ci sarà sicuramente la Raggi, che dovrà rispondere a un'interrogazione delle opposizioni. E non mancherà il vicesindaco Daniele Frongia. Molti altri invece non si faranno vedere, magari prendendo a pretesto le vacanze già cominciate. A meno che non ci sia una chiamata alle armi dei vertici del Movimento (e di «Virginia»), per convincere tutti o quasi gli assessori a non disertare la prova di forza in Aula e dimostrare che «lo vedete, non siamo divisi, sono solo chiacchiere dei giornali». Il problema è che non tutti gli assessori si stanno dimostrando malleabili di fronte a una vicenda così controversa.
 
I BIG
Nelle conversazioni private, diversi membri della giunta hanno già manifestato il loro disagio nell'affiancare l'ex super-consulente di Ama. Significa che il destino di Paola Muraro è segnato? No. L'ala di Di Maio sta facendo muro per difenderla, il leader in pectore del Movimento ripete da giorni: «Lasciateci lavorare». Anche con l'ala più malpancista del M5s, il vicepresidente della Camera è stato chiaro. «La Muraro resta, inutile cercare nomi di sostituti». Almeno in questa fase. Se poi dovesse arrivare un avviso di garanzia, il discorso cambierebbe. Ma è uno scenario che pochi, nel Direttorio nazionale pentastellato, hanno voglia di affrontare nell'immediato.

Alessandro Di Battista, in questi giorni impegnato nella battaglia per il No al referendum, ieri ha fatto mettere agli atti una dichiarazione, da rileggere anche tra qualche mese, per dire che lui è un sostenitore di Paola Muraro: «Il caso Muraro non esiste». Sulla stessa linea il capogruppo in Consiglio comunale, Paolo Ferrara: «I guai li hanno combinati gli altri, i partiti che mercoledì ci attaccheranno nella seduta straordinaria sui rifiuti. La Muraro non deve dimettersi, non è indagata, anche se lo fosse, sarebbe tutto da vedere».

EXIT STRATEGY
Eppure, il vero uomo forte della giunta, Marcello Minenna, assessore al Bilancio, colui che di fatto ha scelto l'amministratore unico di Ama (il presidente dell'ordine dei commercialisti di Milano, Alessandro Solidoro) è tra i più attivi in queste ore. Per avere una soluzione pronta nel momento in cui l'allonanamento della Muraro dovesse risultare inevitabile, soprattutto se a settembre dovessero esserci accelerazioni della Procura. «Qualcuno potrebbe mordersi la lingua per le dichiarazioni rilasciate in queste settimane», si lascia sfuggire un insider dei 5 Stelle, attento all'evolversi delle inchieste giudiziarie.

Ci sono già alcuni nomi di possibili sostituti, sui quali si sta lavorando. Il piano B è pronto, si tratta solo di capire se e quando attuarlo. E soprattutto come convincere la sindaca, che oggi incontrerà l'assessora al centro delle polemiche. Insieme decideranno la strategia da seguire in consiglio comunale. La Raggi, oltre ad accusare i partiti che hanno governato Roma, proverà a confezionare alcune proposte, come il rilancio della raccolta differenziata con la sperimentazione della tariffa puntuale - più differenzi, meno paghi - entro fine anno.

Anche a Palazzo Senatorio è stato compreso che la drammatizzazione del caso rifiuti, i blitz e le dirette Facebook, si sono rivelati come il più goffo dei boomerang, senza proposte concrete in discontinuità con il passato. Ieri è arrivato l'attacco anche di Maurizio Gasparri, Fi, vicepresidente del Senato: «L'arroganza di Grillo, l'inconsistenza dei suoi sodali, le lottizzazioni di presunti direttori privi di legittimità danno uno spettacolo desolante. Che pena! La Muraro a casa oggi stesso».
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