Giubileo, Raggi non invitata: è gelo Vaticano-Campidoglio

Raggi
di Simone Canettieri
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Martedì 29 Novembre 2016, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 14:28

Porta del Giubileo chiusa, crisi diplomatica ancora aperta. Una settimana dopo, il ritorno del match tra Santa Sede e Campidoglio si gioca sempre in Vaticano. Se lunedì scorso era stato monsignor Rino Fisichella a non citare di proposito il Comune («Il mio testo parla chiaro») per il lavoro svolto (poco e approssimativo) durante l'Anno Santo, questa volta lo strappo tra le sponde del Tevere avviene in maniera plastica nella sala Clementina, al cospetto di Papa Francesco. La sindaca Virginia Raggi non c'è. Non è stata invitata. Non sarà menzionata.

Alle cronache di giornata sarà consegnato un gelido «tra cui il Comune di Roma» che finirà in un inciso del discorso del Papa aggiunto alla fine, a braccio. Nella prima versione ufficiale, data alle agenzie di stampa ed embargata fino alle 12, non si trova infatti alcun riferimento all'ente della Capitale. «Non siamo stati invitati? Abbiamo problemi più importanti a cui pensare», trapela in serata dallo staff della pentastellata.

IN SALA
Quindi Virginia non c'è. «Non era previsto che lo fosse», spiegherà a cerimonia finita il vicedirettore della sala stampa vaticana, Paloma Ovejero, per cercare di abbassare un polverone già alto. Per il Comune sono presenti all'udienza solo Virginia Proverbio, la dirigente che ha l'interim del capo di gabinetto dallo scorso 1° settembre, e il capo dei vigili Diego Porta. La spiegazione che viene fornita, quando ormai il caso è bello che scoppiato, è la seguente: l'udienza era riservata ai partecipanti della segreteria tecnica del Giubileo.

Lettura che però viene contraddetta dai fatti: davanti a Francesco ci sono il ministro degli Interni Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti, il governatore della Regione Nicola Zingaretti e il vicepresidente Massimiliano Smeriglio, accompagnati da tecnici e dirigenti, il prefetto Paola Basilone. In tutto sono circa 400 i rappresentanti delle istituzioni e volontari in sala a cui va «il pensiero grato» di Papa Bergoglio.

IL DISCORSO
Il quale ringrazia, anzitutto, «il ministro dell'Interno, che in quanto responsabile della sicurezza ha garantito ai pellegrini», ma anche «il capo della Polizia e il Questore». C'è spazio anche per i membri della Commissione bilaterale tra la Santa Sede e il Governo italiano «nella persona del sottosegretario della presidenza del Consiglio» e soprattutto, dirà Papa Francesco, «un pensiero grato, inoltre, per lo sforzo compiuto dai responsabili della Regione Lazio, soprattutto per la programmazione meticolosa delle strutture sanitarie».
Zingaretti incasserà il plauso «commosso».

L'ultimo passaggio del discorso del pontefice va alla segreteria tecnica, presieduta dal prefetto di Roma, che raccoglieva le diverse istanze amministrative «tra cui il Comune di Roma», ecco l'inciso aggiunto in extremis. Le parole e la prossemica della sala lasciano poco spazio alle interpretazioni, però. Sul web qualcuno si diverte a fare la parodia della celebre frase di Francesco rivolta a Marino («Virginia non l'ho invitata io, è chiaro?»). Francesco Storace (La Destra) ci mette il cappello: «Dopo Marino, la clava di Bergoglio sulla Raggi - ironizza il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio - qualcuno che fa l'opposizione c'è».

Mentre in Vaticano si consumano scena e retroscena, la sindaca si trova in Campidoglio: sta parlando in conferenza stampa di società municipalizzate. Appuntamento non preavvisato convocato di prima mattina, e in gran fretta, dal Campidoglio. Una mossa per distogliere l'attenzione da quello che sarebbe stato il caso di giornata?

TENSIONI
Dal Comune nessuna replica al mancato invito, come accaduto una settimana fa. Dal Vaticano la conferma del gelo, che si conferma con questi piccoli ma secolari particolari. Monsignor Rino Fisichella è scontento per come il Campidoglio abbia gestito il Giubileo in questi 18 mesi - da Ignazio Marino al commissario Francesco Tronca passando adesso per la grillina - «per la mancanza di risposte». Dagli appalti saltati e a rilento, fino alla manutenzione della città nei pressi di San Pietro.

Il problema è però più profondo, è di relazioni.

Al momento il Comune a Cinque Stelle non ha un referente per la Santa Sede. Non ci sono interlocutori. Un fatto già evidenziato dalla Comunità di Sant'Egidio e che ormai rimbomba anche nelle sacre stanze del Vaticano. Dallo staff del sindaco minimizzano e cadono dalle nuvole: «Abbiamo problemi più importanti a cui pensare». Ma di sicuro da ieri ce n'è uno in più.

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