Ama, guerra sul bilancio: salta il bonus ai netturbini

Ama, guerra sul bilancio: salta il bonus ai netturbini
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 14 Settembre 2018, 09:30
Slitta il pagamento dei bonus ai 7.810 dipendenti di Ama. Doveva premiare alcuni risultati - presenze, efficienza ma anche bilancio aziendale in attivo - ma ora è fortemente a rischio. Non solo: una prima tranche, una piccola percentuale rispetto al totale, è stata versata all'inizio dell'anno, ma se il bilancio di Ama non verrà approvato, quella fetta dovrà essere restituita.

A originare questo corto circuito, che sta agitando il sonno dei dipendenti, è il braccio di ferro tra Roma Capitale - vale a dire l'assessore Gianni Lemmetti - e il presidente dell'Ama, Lorenzo Bagnacani. L'altro giorno anche la sindaca Virginia Raggi ha ammesso l'esistenza del problema: «Il bilancio di Ama? Ci stiamo lavorando» ha detto. Stava parlando del bilancio 2017, che in primavera è già stato approvato nel consiglio di amministrazione dell'azienda dei rifiuti. Manca però - con l'anno 2018 che si avvia a conclusione e nei supermercati sono già apparsi i primi panettoni - il via libera nell'assemblea dei soci.

Ama ha un unico socio e si chiama Roma Capitale, dunque giunta Raggi. Ogni volta che Bagnacani l'ha convocata, l'assemblea è andata deserta. Ormai non è più un mistero: Gianni Lemmetti contesta i crediti nei confronti di Roma Capitale messi a bilancio da Ama per alcune opere realizzate nei cimiteri in passato, per un totale di 18 milioni di euro. Grazie a quella cifra Bagnacani ha potuto scrivere un bilancio in leggero attivo e assicurare una fetta consistente dei bonus ai dipendenti, ma soprattutto salvaguardare il rating delle banche la cui linea di credito consente ad Ama di proseguire la sua attività. Bagnacani si fa forte di alcuni argomenti: nel bilancio di Ama dell'anno precedente Roma Capitale non ha contestato quei crediti e una consulenza legale riconosce le ragioni dell'azienda.

Lemmetti, però, in sede di stesura del bilancio consolidato di Roma Capitale, che deve tenere conto anche di debiti e crediti delle partecipate, non ritiene corretto riconoscere quei 18 milioni ad Ama e dunque ormai lo scontro è aperto. Bagnacani ieri ha di nuovo convocato l'assemblea per il 21 settembre, ma da Roma Capitale, con firma di Franco Giampaoletti, direttore generale di Roma Capitale, è arrivata una risposta ufficiale in cui si comunica l'impossibilità a partecipare.

CIFRE
Quanto rischiano i dipendenti? La voce dei premi è importante e mette insieme vari obiettivi da raggiungere: il bilancio in attivo, le poche assenze, alcuni risultati di produzione nei vari settori. In totale, a seconda della tipologia dei dipendenti, si oscilla tra i 300 e i 650 euro all'anno. Informalmente, i sindacati però spiegano che quello dei bonus è addirittura il problema meno grave, perché il timore sulla regolarità degli stipendi è reale. Le banche, senza bilancio, possono chiudere i rubinetti. L'altro giorno, in sede di trattativa, i dirigenti di Ama hanno rassicurato sul fatto che per questo mese si pagheranno gli stipendi, sia pure con difficoltà. Una formula però che non consente di essere ottimisti sul futuro, anche perché da quest'anno Ama non incassa direttamente la Tari, come avveniva in passato.
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