Gli ultimi sessanta secondi della sua vita li ha trascorsi pensando alla mamma. Ha tentato di salvarla anche se il fumo nerissimo aveva già emesso la sentenza. Sapeva che mamma Anna non si sarebbe potuta alzare, non ce l’avrebbe fatta. Allora è saltato giù dal letto, ha tossito probabilmente, è andato dalla parte dove era sdraiata, ha tentato di sollevarla, di prenderle la mano. Ma i secondi sono finiti. Giovanni cade a terra. Non si rialzerà più. Lo aveva promesso alle sorelle Benedetta, 47 anni, e Romana, 50: «Restituisco a mamma quello che lei mi ha dedicato: starò con lei fino alla fine, fino all’ultimo respiro». L’ha accudita, pulita, pettinata, sostenuta moralmente, così come lei aveva fatto con lui da bambino. Lei che da neanche un anno aveva perso l’amore della sua vita, il marito Gianfranco (49 anni insieme), lei che aveva iniziato a tremare e che aveva dovuto accettare la diagnosi di una delle malattie più bastarde: il Parkinson. Dopo essere stata ricoverata per il Covid, mamma Anna era praticamente allettata, anche se aveva iniziato a muoversi con il deambulatore: al suo fianco c’era sempre Giovanni che le portava la colazione «perché gli piaceva viziarla». Le lasciava sul cuscino accanto piccoli peluche «per non farla sentire sola, per coccolarla».
L’ULTIMO GIORNO
Il 10 luglio l’ultimo loro giorno insieme.
I VANDALI
«Mamma e Giovanni si adoravano, gli abbiamo detto più volte che era troppo giovane per sacrificare la sua vita per assisterla, ma lui era convintissimo, rinunciava a tutto pur di stare con lei, ci diceva “niente badanti, con mamma ci sto io”». Tanta la solidarietà verso la famiglia nel quartiere, anche se “il male” sembra non abbandonarli. Davanti alla casa c’è stato chi ha avuto il coraggio di rubare fiori e regali che residenti e amici avevano portato. È stato vandalizzato anche lo splendido murale dedicato a Giovanni. Poi c’è l’onda della peggiore cattiveria. «Su Twitter sono vittima degli haters - dice Benedetta - non credono alla mia storia». Affinché le credessero ha pubblicato un documento della questura. «Volete le foto dei cadaveri?!» ha aggiunto. Benedetta continua a combattere, anche se è distrutta dal dolore. «Voglio portare avanti le passioni di mio fratello, amava gli animali ad esempio, voglio creare qualcosa per lui... ». Giovanni aveva un cane, era morto otto mesi prima e teneva le sue ceneri in stanza. Anche quell’urna è stata distrutta dall’incendio.
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