LA COMPRAVENDITA SVELA IL PASTICCIO
Tutto ha avuto inizio quando una signora della Capitale, difesa dall’avvocato Roberto Di Certo del Foro di Roma, ha deciso di acquistare un complesso immobiliare situato nel comune di Tarano. Quella che doveva essere una normale compravendita ha lasciato emergere una situazione complessa fatta di atti mancanti e in alcuni casi inesistenti, condoni effettuati in autocertificazione e locali che di fatto non corrispondono agli standard abitativi previsti dalla legge.
ABUSI E AUTOCERTIFICAZIONI LACUNOSE
«Il 9 luglio - ha spiegato l’avvocato Di Certo - abbiamo presentato una segnalazione per presunte irregolarità al Comune. Si parla di abusi edilizi relativi a manufatti che sono stati realizzati, ma non sono presenti nelle piante del complesso; locali seminterrati accatastati come abitativi ma che hanno un’altezza di due metri 45, ben sotto ai due metri e 70 previsti dalla legge; ambienti che sebbene siano stati dichiarati salubri, di fatto non lo sono, perché registrano un’umidità del 45% a fronte di un 12% prevista per i locali abitativi».
LA RELAZIONE DELLA ASL
A riprova di queste irregolarità, c’è la relazione rilasciata dalla Asl di Rieti, di cui era stato richiesto l’intervento, che ha certificato che «gli ambienti ad uso abitativo ubicati al piano seminterrato non possiedono i requisiti igienico sanitari richiesti per le abitazioni», sia per quanto riguarda l’altezza, sia per l’umidità. Ma anche il piano mansardato non risulta conforme a causa della scarsa altezza. Problemi cui si aggiunge, secondo la Asl, l’impianto fognario non a norma.
IL 31 AGOSTO IN COMUNE LA COMMISSIONE
«Riteniamo - ha proseguito l’avvocato Di Certo che sta lavorando per ottenere la risoluzione del contratto di vendita - che le irregolarità segnalate, anche a fronte della relazione della Asl, non possano essere negate. Ora aspettiamo il responso del Comune, la cui commissione preposta dovrà pronunciarsi dopo il sopralluogo fissato per il 31 agosto. E’ comunque chiaro che qualcosa non abbia funzionato all’interno del Comune che era chiamato a controllare le autocertificazioni presentate dal privato, ma, evidentemente, non lo ha fatto».
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