Prostituzione nelle case dei rifugiati:
il nodo mai affrontato dei profughi e
un'emergenza mai realmente gestita

Prostituzione nelle case dei rifugiati: il nodo mai affrontato dei profughi e un'emergenza mai realmente gestita
di Alessandra Lancia
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Martedì 27 Marzo 2018, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 14:20
RIETI - Tre appartamenti controllati in città, tre ragazze nigeriane scoperte a prostituirsi, tre alloggi tenuti in condizioni igieniche pessime e occupati da giovani stranieri che non sarebbero dovuti essere lì. Le tre diverse cooperative coinvolte probabilmente non rischiano più di una multa da parte della Prefettura; extrema ratio, la sospensione dell'accoglienza per gli immigrati coinvolti, oltre ai provvedimenti di polizia per sfruttamento della prostituzione e violazione delle legge sull'immigrazione.

PROBLEMA VECCHIO
Eppure non è difficile indovinare i luoghi (e le modalità) della prostituzione di marca nigeriana: viale Morroni, Porta Romana, viale Matteucci. Le ragazze aspettano e ammiccano, sulle panchine o lungo i marciapiedi: poi o si sale in una delle case più vicine oppure sull'auto del cliente in cerca di compagnia. Eppure l'ultima riunione del consiglio territoriale per l'immigrazione, stando al verbale, è durata mezz'ora di orologio (dalle 10,30 alle 11 del 23 febbraio); “stringata” anche la partecipazione, 22 soggetti dei 62 che ufficialmente lo compongono. In discussione le linee guida del nuovo bando, i protocolli di intesa con i comuni, l'implementazione dei procedimenti sui test di lingua italiana. Il nuovo bando, pensato per accogliere fino a 750 richiedenti asilo, copre il biennio 2018 e 2019 e vale qualcosa come 23 milioni di euro.

PROGETTI DI ACCOGLIENZA TUTTI IN PROROGA
E' pronto almeno dal 28 dicembre scorso, ma non è ancora stato aperto; questo significa che la decina tra cooperative e consorzi che gestiscono i Centri di accoglienza straordinari a Rieti e dintorni, continuano a mandare avanti i rispettivi progetti in proroga. E quando in certi quartieri cittadini la tensione ha raggiunto picchi da allarme sociale si è trasferito altrove il problema: via dal centro per andare in periferia o direttamente in altri paesi della provincia. Lontano dal centro, lontano dagli occhi. Ma i problemi sono rimasti tutti. In Comune gli unici a chiedere controlli, prevenzione e repressione sono i neonati leghisti. C'è un ordine del giorno già vecchio di un mese firmato da Andrea Sebastiani e Onorina Domeniconi che aspetta ancora di essere discusso e non lo sarà nemmeno giovedì, vista la lunga serie di interrogazioni da smaltire e considerato che ci sarà solo un'ora a disposizione.

SOLO LA LEGA SI E' MOSSA
«Noi abbiamo chiesto la convocazione di un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica e la creazione, in seno alla Prefettura, di una task force per un controllo capillare di tutti gli appartamenti affittati alle cooperative – dice Sebastiani – E questo a tutela di tutti, ospiti stranieri per primo. Sappiamo infatti che in questi appartamenti spesso non ci sono condizioni igieniche adeguate, si vive in promiscuità, ci sono persone non registrate. E poi, specie per gli alloggi in centro storico, c'è spesso anche un problema di rischio sismico. Sollecitiamo anche un controllo sui contratti di locazione: abbiamo motivo di credere che ci siano occupazioni in subaffitto e questo non è regolare». Peccato che a chiedere il semplice rispetto delle regole sia solo la Lega.
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