LEGGI ANCHE: Raggi abbraccia Di Maio: «Dopo Roma un'Italia a 5 Stelle»
Inoltre si parla di nomi terzi che assicurino massima imparzialità. Altro segnale che il M5S è pronto a confrontarsi e a negoziare, come mai prima, è il fatto che ieri non c'è stato alcun riferimento alla squadra di potenziali ministri annunciati da Luigi Di Maio. In due si sono fatti vedere all'Hotel dei Principi ma «a titolo personale», si precisa. Un modo elegante per dire che la squadra non è intoccabile e che i candidati ministri possono benissimo non essere più candidati ministri se gli alleati Pd che si faranno avanti lo vogliono.
Fonti autorevoli M5S promettono: «Non ci saranno incontri segreti». Una cosa è certa: non ci sarà lo streaming, come detto e nemmeno il voto della rete.
PUNTI PROGRAMMATICI
Lotta alla povertà e tagli agli sprechi, sono i primi due punti programmatici che Luigi Di Maio ha lanciato ieri per irretire il Pd. I pontieri pentastellati vogliono parlare con tutti meno che con Renzi. «Mi dispiace un pò che sia andato via. Se restava ancora un po' lo mandavamo al 10%», ha detto Beppe Grillo uscendo da un ristorante in zona Parioli dove ha cenato con Davide Casaleggio e Luigi Di Maio. In attesa della scissione interna al Pd Di Maio cercherà e proporrà «figure di garanzia che vorremo individuare per le presidenze delle due camere ma soprattutto per i temi che dovranno riguardare il programma di lavori». «Sono fiducioso che il presidente della Repubblica saprà guidare questo momento con autorevolezza e responsabilità», ha aggiunto.
Intanto per allentare la morsa mediatica Luigi Di Maio ha pensato bene di cambiare aria e oggi sarà nella sua Pomigliano D'Arco. Mossa che serve a consolidare la leadership pentastellata e gli consente di avanzare nel processo di personalizzazione del Movimento che nello statuto degli albori alla casella sede recava una dicitura mai vista prima: il collegamento ipertestuale di un sito web. Poi il M5S fu associato a Genova (Grillo), poi ancora a Milano (Casaleggio Associati), solo recentemente è stata aperta una sede legale a Roma. E ora la narrazione impone però di andare nella città di origine di Di Maio, Pomigliano D'Arco appunto, per ringraziare gli elettori che lo hanno preferito a Vittorio Sgarbi con il 64% delle preferenze e per ricominciare la campagna elettorale che sarà soprattutto campagna acquisti per la maggioranza che non c'è. Se servirà una spinta per dare una spallata a Renzi il M5S la offre volentieri. Lo accusano di aver frantumato il Pd, che è quello a cui poi puntano loro. E lo staff comunicazione sceglie di sfoderare la linea urticante rivolgendosi agli elettori ed eletti dem: «Che ne pensate di quello che ha detto Renzi?». E arriva l'occhiolino di Di Battista: «Pensare che io il Pd l'ho pure votato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA