Scuola, Gelmini: «In bocca al lupo»
Primo giorno di proteste, disagi, flash mob

Flash mob al Montessori di Roma contro il Miur (foto Barsoum - Toiati)
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Lunedì 12 Settembre 2011, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 22:52
ROMA - Suona la campanella con gli auguri del ministro Gelmini e suonano le polemiche un po’ da tutta Italia. In bocca al lupo a tutti gli studenti. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo a “Studio Aperto” su Italia 1, ha rivolto un saluto ai tanti ragazzi che oggi e nei prossimi giorni torneranno in classe per il nuovo anno scolastico. Agli studenti il ministro ha anche espresso «l’augurio di poter ricordare quest’anno come un’esperienza importante sul piano personale, perchè a scuola si incontrano amicizie che durano per tutta la vita, ma anche l’augurio di imparare, di apprendere attraverso lo studio e la fatica, che è ineliminabile in un percorso di formazione».



Rete degli studenti: altro che in bocca al lupo.
«Gelmini la smetta di raccontare favole, ascolti le proteste, risolva i problemi». L’esortazione arriva dalla Rete degli studenti. «Rimaniamo esterrefatti davanti alle dichiarazioni del ministro Gelmini che ancora una volta - afferma l’associazione studentesca in una nota - ignora totalmente le proteste e le preoccupazioni di studenti, genitori e insegnanti. Invece di dare risposte sui problemi aperti che attanagliano la scuola pubblica il ministro continua a raccontare favole, narrando una scuola che non esiste. Presentando il conto al governo oggi al suono della prima campanella volevamo proprio smascherare un ministro che continua a dare i numeri, inventando cifre inesistenti e mascherando i tagli trasversali, che stanno portando la scuola pubblica sul lastrico, sotto la parola razionalizzazioni».



«Edifici fatiscenti, classi pollaio, costi esorbitanti per libri, contributo volontario e kit scolastico, programmi fermi a 50 anni fa, voto in condotta e limite di assenze utilizzati come armi punitive, questa - prosegue la Rete - è la bella scuola che la Gelmini ci ha lasciato e per la cui riapertura, con una noncuranza quasi irritante, ci fa un “in bocca al lupo”. Evidentemente la mobilitazione di oggi non è bastata per far svegliare il ministro Gelmini e il governo dal mondo dei sogni in cui vivono, con questi presupposti non possiamo fare altro che far sentire ancora più forte la voce dell’Italia che conta, riscrivendo la scuola e l’università che vogliamo a partire dal 1 ottobre e scendendo in piazza in più di 100 città, con cortei da Bolzano a Palermo, il 7 ottobre».



Studenti cacerolazos davanti al Miur. Battono pentole e coperchi davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione in viale Trastevere e gridano «Suoniamogliele! La musica deve cambiare». Così è iniziato il flash mob dei giovani attivisti dell’Uds, studenti improvvisatisi cacerolazos (come gli argentini che nel 2006 protestavano contro il carovita) la cui protesta contro i tagli è iniziata questa mattina con uno striscione srotolato dalla Terrazza del Pincio. «Oggi gliele suoniamo al Governo - dice Andrea, dell’Uds - e il 7 ottobre saremo in oltre cento piazze italiane per protestare contro i tagli alla scuola. A breve lanceremo una campagna contro classi pollaio chiamata “Non cascarci come un pollo!” perchè non è ammissibile che questo Governo ci veda solo come una spesa in capitolo e non come un investimento».



Gelmini: non ci sono classi pollaio. «Le classi con più di 30 alunni rappresentano lo 0,6% di tutte le classi italiane, poco più di 2mila su oltre 340mila classi». Lo ha precisato il ministro Gelmini. «Mi pare che lo 0,6% sia una percentuale piuttosto bassa. Il 4% invece è costituito da classi con meno di 12 alunni - ha proseguito - È chiaro che vanno risolti anche questi casi ma dare la sensazione di una scuola allo sbando e con classi normalmente sovraffollate è un errore e non rappresenta la realtà dell’istruzione pubblica italiana».



Nessun taglio a insegnanti di sostegno.
«Dire che questo governo ha tagliato gli insegnanti di sostegno è una bugia così come un’altra falsità è la presunta riduzione del tempo pieno». ha aggiunto il ministro.



Alemanno: un orto in ogni scuola. Un inizio di anno scolastico con paletta e rastrello per i piccoli allievi-coltivatori dell’istituto comprensivo Uruguay, in via di Settebagni, nel IV municipio di Roma. A suonare simbolicamente la campanella del primo giorno è stato proprio il primo cittadino della capitale, che ha rivolto un messaggio ai piccoli allievi: «La scuola è la vostra seconda casa, abbiatene cura». L’istituto, recentemente ristrutturato con una spesa di 800 mila euro, possiede un piccolo orto dove i bambini possono coltivare piante aromatiche e insalate, da utilizzare anche nella mensa. Anche il sindaco Alemanno ha impugnato la paletta per aiutare i bambini a piantare dell’insalata. «Ogni scuola - ha detto - dovrà avere un orto. Le nostre mense sono state promosse perchè naturali».



Roma: nella scuola Manzi lezioni in piedi. Suona la campanella. Tutti tra i banchi di scuola ed è gara tra chi si prende la sedia “buona”. Accade all’istituto comprensivo Alberto Manzi a Roma, dove quest’anno, mancano all’appello oltre 50 sedie e i bambini, di elementari e delle medie, sono costretti a utilizzare sedie d’ufficio e poltroncine rubate alla sala insegnanti. Il problema riguarda gli arredi scolastici «drammaticamente carenti. Quest’anno - spiega la vicepreside Paola Bongiovanni - non ci sono sedie nemmeno per il laboratorio di scienze, se non ce le forniscono al più presto saremo costretti a traslocare ogni volta».



Zingaretti: occorre svolta nella politica scolastica. «Per la scuola ci sarebbe bisogno di una svolta per ridarle il ruolo che dovrebbe avere nella società». È quanto ha dichiarato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. «La scuola dovrebbe essere la punta di diamante delle politiche di sviluppo, di coesione sociale e identitarie - ha aggiunto Zingaretti - mi auguro che quest’anno, iniziato in modo non positivo, si possa chiudere con politiche diverse e con un governo che le dia il ruolo che merita».



Lombardia: 1,4 milioni di alunni. Cresce costantemente il numero degli alunni in Lombardia, quest’anno sui banchi di scuola siederanno un milione e mezzo di studenti, 1.401.462 in totale di cui 258mila in scuole non statali. Aumentati del 18% in dieci anni, gli alunni lombardi oggi sono distribuiti in 7.895 scuole, di cui 5.373 statali dove lavorano quasi 122mila persone.



Milano: classe ghetto. «Non ci siamo opposti» all’avvio di una prima classe alla scuola primaria di via Paravia a Milano. «È un caso tutto politico, è una delle polemiche abbastanza inutili che accompagnano l’avvio dell’anno scolastico». Ne è convinto il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Ospite a “Mattino 5”, il ministro ha ricordato che la prima classe, «su 18 studenti» contava «16 immigrati e solo 2 italiani». Ma la scuola, ha sottolineato Gelmini, «è costituita di due plessi: questa classe in un plesso aveva questa condizione, l’altra classe, nell’altro plesso a distanza di 1,5 chilometri non raggiungeva nemmeno il 30% di studenti immigrati. Allora si è fatta una cosa di buon senso, si sono ridistribuiti gli studenti in queste due classi. Non discriminando nessuno ma soprattutto garantendo a tutti gli studenti di frequentare la scuola primaria».



Campania: si ricomincia con una profonda sofferenza. «In qualche modo, si ricomincia anche quest’anno. Ma la scuola italiana e quella campana in particolare denunciano uno stato di profonda sofferenza per il quale non si intravede una via d’uscita. Istituti che restano chiusi, classi sovraffollate, insegnanti costretti a spostarsi a causa dell’accorpamento delle ore e delle materie, scuole senza presidi, tasso di dispersione e abbandono in allarmante crescita, diritto allo studio non garantito, trasporto pubblico in tilt». Lo dichiarano il segretario regionale Pd Campania, Enzo Amendola, e il consigliere regionale Pd, Angela Cortese.



Alto Adige: scuola in lingua italiana costa troppo. La scuola in Alto Adige riapre con una polemica. Eva Klotz, consigliere di Sud-Tiroler Freiheit, ha presentato un’interrogazione in cui mette a confronto il costo della scuola di lingua italiana con quella di lingua tedesca: circa 700 euro a studente la prima, quasi la metà (400) la seconda. Conclusione: eccessiva e ingiustificata la differenza secondo l’esponente della destra tedesca. Il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder gli ha risposto: «È vero che la scuola italiana costa di più ma questo è legato innanzitutto ai numeri che sono più piccoli». Questa mattina sono stati 20.854 gli alunni che entreranno nella scuola italiana, il 2,8% in più rispetto al 2010.



Bari: bagni aperti solo per due ore. Ai bambini viene negato il diritto a espletare i bisogni fisiologici. In una scuola del centro cittadino scatta la protesta e un appello ai dirigenti scolastici per trovare una soluzione. A causa della carenza di personale, infatti, i bagni vengono tenuti aperti solo due ore al giorno.



Foggia: nessuna iscrizioni alle isole Tremiti. Non ci sarà scuola quest’anno alle Isole Tremiti, in provincia di Foggia. Mentre l’anno scorso un alunno della elementare e uno della media avevano frequentato le lezioni nell’isola San Domino, quest’anno non ci sono iscrizioni.



Toscana: ricorso contro il numero di studenti per classe. La Regione Toscana ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma, contenuta nella manovra finanziaria varata dal governo nel luglio scorso, relativa al numero minimo di alunni e alla creazione di istituti scolastici comprensivi. Lo ha annunciato oggi Stella Targetti, vicepresidente della Regione con delega all’istruzione, che ha partecipato ad una conferenza stampa a Firenze per presentare il nuovo anno scolastico.



Friuli: tanti stranieri in classe. Anche per la maggioranza degli alunni del Friuli Venezia Giulia oggi è il primo giorno di scuola. Parte dei 143.109 studenti che frequentano, dagli asili nido alle scuole superiori, hanno iniziato le lezioni già a partire dalla scorsa settimana, così come consentito dalla legge che in questo campo dà autonomia decisionale alle scuole. Molti degli alunni sono stranieri, riferisce l’Ufficio scolastico regionale che ha fornito tutti i dati. Il trend di crescita di stranieri degli ultimi dieci anni è di circa il 7%, con una particolarità: quello che aumenta è il numero di nati in Italia che frequenta le scuole italiane già dall’infanzia.



Nel cratere del terremoto all'Aquila, alla ripresa dell’anno scolastico, ci saranno disagi, ma almeno nessun giovane sarà costretto a fare scuola in container, anche se non si sa quando gli edifici messi fuori uso dal terremoto saranno di nuovo agibili. Domani, data ufficiale di riapertura dell’anno scolastico, il terzo dopo il tragico sisma del 6 aprile 2009, gli studenti torneranno a fare lezione nei moduli ad uso scolastico provvisori (Musp) costruiti a tempo di record. I disagi sono legati alla carenza di spazi per l’aggregazione e l’educazione fisica ed anche, in alcun casi, alla considerevole distanza tra le case provvisorie e le sedi scolastiche, problematica che diventa importante se si considera la precaria viabilità e il conseguente traffico caotico, soprattutto nelle ore di punta.
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