Stephen Hawking, la sfida del genio con la Sla

Stephen Hawking, la sfida del genio con la Sla
di Cristina Marconi
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Mercoledì 27 Agosto 2014, 14:49 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 16:53
Quando nel 1963 gli diagnosticarono la SLA, sclerosi laterale amitrofica, e gli diedero s e no altri due anni da vivere, Stephen Hawking aveva 21 anni, nell’ambiente accademico era gi noto e aveva appena iniziato ad uscire con quella che sarebbe poi diventata la sua prima moglie, Jane. Nei tardi anni ’60, quando le sue teorie sull’origine dell’Universo iniziarono ad ottenere riconoscimenti internazionali, dovette iniziare ad usare le stampelle, smise di poter insegnare con regolarità e perse progressivamente la capacità di scrivere.



L’INFANZIA

Cinquant’anni e tre figli dopo, Hawking è uno dei più famosi scienziati del mondo, insignito di ogni onorificienza possibile e immaginabile, e la voce sintetica che sostituisce il suo accento inglese con una parlata americana un po’ metallica è talmente famosa da essere stata usata anche dai Pink Floyd in un loro pezzo. Una parabola che la moglie Jane, lasciata dopo 30 anni per un’infermiera piu giovane, ha definito il risultato di quel misto di “ostinazione” e “determinazione” che lo scienziato ha dimostrato di possedere in dosi massicce fin dall’infanzia.

Non che la sua famiglia non abbia contribuito, tutt’altro: i genitori, un medico e una filosofa, avevano la fama di essere intelligenti ed eccentrici, e la sera, a casa Hawking, si cenava tutti intorno ad un tavolo, ma ciascuno immerso nel proprio libro.



PICCOLO EINSTEIN

A scuola i compagni lo chiamavano “Einstein” e all’università di Oxford, dove entrò appena diciassettenne come studente di fisica, i professori si resero presto conto che il fatto che non studiasse in maniera metodica non li autorizzava a sottovalutare uno studente molto più geniale della stragrande maggioranza di loro.

E i successi, andati di pari passo con l’aggravarsi della malattia, non si sono fatti aspettare: il dottorato a Cambridge, i premi, le borse di studio, la messa a punto della teoria dei buchi neri a cui più di tutto è legata la sua fama, la nomina a membro della Royal Sociey a soli 31 anni, il trasferimento negli Stati Uniti, i 9 milioni di copie vendute con il libro Breve storia del tempo, per citare solo i principali.

Un fenomeno inspiegabile, in cui un ruolo importante è stato svolto dalla forza di volontà e da una mente curiosa e, a detta di chi lo conosce, molto competitiva.



LA CASA DELLE BAMBOLE

La sorella Mary ha raccontato che quando da bambina ricevette in regalo una casa di bambole, il fratello minore Stephen si premurò di dotarla subito di acqua corrente ed elettricità. Sicuramente lo scienziato ha sempre fatto di tutto per non vivere da malato, e se il suo ruolo di personaggio pubblico è servito ad aumentare l’attenzione ai problemi di chi vive con una disabilità, lui stesso non ha mai voluto essere troppo associato alla SLA.

«Per tutta la vita ho vissuto con la minaccia di una morte precoce, e per questo odio perdere tempo», ha detto una volta Hawking, che la scienza sembra aver ricompensato dandogli la possibilità di parlare grazie ad un computer messo a punto per lui a metà degli anni ’80 e che porta sempre con sé sulla sedia a rotelle. La sua figura riconoscibile lo hanno reso una sorta di pop star, parte di quella cerchia ristrettissima di persone in tutto il mondo che vengono ascoltate qualunque cosa dicano, che si tratti di rinunciare ad andare ad una conferenza in Israele, di schierarsi contro l’indipendenza della Scozia o di scrivere insieme alla figlia Lucy libri di divulgazione scientifica per bambini. Stephen Hawking è apparso in una puntata dei Simpsons, Benedict Cumberbatch ha recitato in un film su di lui e un secondo è in uscita a novembre, con Eddie Redmayne nel ruolo principale.



IL SUICIDIO ASSISTITO

A più di mezzo secolo dalla diagnosi che lo condannava e a circa trent’anni dal giorno in cui a sua moglie Jane fu chiesto se voleva spegnere le macchine che lo tenevano in vita durante una gravissima polmonite, che lo costrinse poi ad una tracheotomia e alla perdita definitiva della voce, Stephen Hawking continua a dirigere il dipartimento di Cosmologia Teoretica a Cambridge e a dire la sua su argomenti vari, tra cui il suicidio assistito, al quale si è detto favorevole. I medici descrivono la sua storia come «molto, molto inusuale». Un po’ come la sua mente.
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