Renzi: «Sul contante non si cambia: pronti alla fiducia. Meno tasse per tutti»

Renzi: «Sul contante non si cambia: pronti alla fiducia. Meno tasse per tutti»
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Mercoledì 21 Ottobre 2015, 20:53 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 19:04
«La dico alla Berlusconi: meno tasse per tutti. Solo che lui ha fatto lo slogan se ne è andato, noi lo facciamo davvero». Il premier Mattero Renzi a Otto e mezzo su La7 torna a parlare di tasse e manovra. «Sono dieci anni - ha avvertito - che parliamo solo di Ici, Imu, Tasi, è la tassa più odiata. E non è mai stata tolta. È una misura di pancia? Certo, ma non è elettorale. Vuole parlare agli italiani e dire che stiamo riducendo davvero le tasse».



«Non ho mai cambiato idea» sull'abolizione della tassa sulla casa: sull'opportunità di eliminarla anche ai castelli «c'è stata una un'incomprensione di fondo. Quando si è capito come stavano le cose sui castelli mi si è illuminata la lampadina, ma non potevo immaginare che il dibattito intorno alla legge di stabilità fosse tutto intorno ai castelli», ha aggiunto il premier. «I castelli non sono il problema di questa legge di stabilità. E se poi vogliamo dirla tutta, i castelli pagavano la tassa quando è stata abolita l'Ici e non la pagavano dopo, perché c'era una detrazione per le dimore storiche. Non potevo

credere che fosse tutto legato ai castelli. Bene, pagherete tutto», ha aggiunto Renzi.



Riguardo la riduzione delle tasse, il premier ha poi spiegato: «Siamo partiti dai redditi più bassi, con gli 80 euro. Poi abbiamo ridotto le tasse su impresa e lavoro, ora la casa, e il prossimo continueremo con Ires e Irpef. La dico berlusconianamente: meno tasse per tutti. Solo che lui ha fatto lo slogan e se ne è andato, noi lo facciamo davvero», ha assicurato Renzi.



L'innalzamento del limite al contante a 3000 euro «per me non si cambia: su questo siamo pronti anche a mettere la fiducia», ha poi sottolineato il premier.



«Per noi per combattere l'evasione serve incrociare i dati. Non serve l'atteggiamento da guardie e ladri. Abbiamo preso i soldi dalla Svizzera e dal Vaticano, erano 50 anni... Dai, così si combatte l'evasione, altro che chiacchiere», ha sottolineato poi il premier.



«Nella legge di stabilità c'è una norma che impone a regioni e comuni di non alzare le tasse», ha poi affermato il premier. «D'accordo con l'Anci restituiremo ai comuni tutto l'equivalente dell'abolizione della Tasi», ha ribadito.



E poi nella Pubblica amministrazione ci sarà «un turn over molto duro e il taglio - senza però licenziarli - di 400 dirigenti nello stato centrale e qualche migliaio negli enti locali».



Esclude che Verdini possa entrare in maggioranza?, è stato poi chiesto al premier. «Ad oggi assolutamente sì, da qui al 2018 osservo uno sfarinamento a destra che mi colpisce molto. Non so cosa accadrà perché negli ultimi due anni Berlusconi e i suoi hanno cambiato idea su tutto. Ma Verdini ha compiuto un gesto di coerenza sulle riforme», ha detto Renzi.



Poi la precisazione dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi: «Denis Verdini e i suoi non fanno e non faranno parte del governo. Se in futuro vorranno aggiungersi con i loro voti a singoli provvedimenti dellla maggioranza questo riguarda esclusivamente la libera dinamica politico parlamentare e non la coalizione di governo».



«Dovete chiederlo a Marino, come faccio a dire cosa farà Marino...», ha poi osservato Renzi, rispondendo a una domanda sulla possibile revoca delle dimissioni da parte del sindaco di Roma.



«Non cambieremo le regole per le primarie», ha quindi assicurato il premier.



«Non cambieremo la legge Severino», ha poi aggiunto.