IL FINE
Della collocazione geopolitica dell'Italia aveva parlato il leader grillino di sua sponte al termine del primo giro di consultazioni al Quirinale chiarendo come il contratto grillino preveda «al primo punto» tanta Nato, molta Europa e altrettanta unione monetaria. Esattamente l'opposto di quello che invece propone Salvini che continua a sostenere Mosca e da ieri anche Assad. Le difficoltà a distinguere le politiche di destra da quelle di sinistra non impediscono a Di Maio di avere invece idee chiare in politica estera. «Il governo italiano è a fianco dei tradizionali alleati del nostro Paese, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Se Salvini la pensa diversamente, lo dica». La domanda che ieri poneva il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola potrebbe essere più o meno la stessa che il presidente della Repubblica porrà ai leader del centrodestra che nel pomeriggio saranno ricevuti al Quirinale. Un problema non da poco anche per Di Maio che anche ieri sosteneva di poter raccontare al presidente della Repubblica i «passi avanti» nel confronto con Lega e Pd. Difficile che il Capo dello Stato non li conosca - qualora ci siano - ma è molto difficile che possa prendere per buono il dibattito nel Pd o gli sms scambiati con Salvini. Poichè per fare un governo servono i numeri, sia Di Maio che Salvini dovranno dire se hanno aggiunto percentuali al 32 e al 37%.
I due già da ieri sembrano aver capito l'aria che tira al Colle. Non vogliono avere incarichi esplorativi - perchè senza nuemri verrebbero bruciati - ma non fanno passi indietro. E così, per tenersi l'uno con l'altro, hanno ripreso a rendere ufficiali le telefonate che si fanno dal 5 marzo. Pur di far vedere che qualcosa si muove e che l'intesa è vicina, i due hanno anche firmato un comunicato congiunto per ufficializzare la scelta di Molteni. In realtà i problemi restano invariati. Oggi Salvini parlerà con Berlusconi - non è detto che si presenti al consueto pranzo - prima della salita al Quirinale. Il leader della Lega vorrebbe tempo per arrivare a dopo le elezioni in Friuli e Molise con l'idea di umiliare nelle urne ancor più FI e aver argomenti per giustificare lo strappo da FI e andare al governo con i 5S.
LA COLLOCAZIONE
Il timore di Di Maio e Salvini è però di non riuscire ad aver dal Quirinale altre tre settimane di nulla, con il rischio di vedere incaricato per un mandato esplorativo un terzo che nel giro della prossima settimana certifichi non solo le compatibilità personali, ma anche le incompatibilità in politica estera. La sensazione è che ieri i due sulla Siria abbiano scavato un solco che è difficile compensare con l'abolizione della Fornero o dei vitalizi. Sulla collocazione geopolitica dell'Italia per Mattarella c'è infatti poco da scherzare.
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