Medicina, rivoluzione Grillo: «Stop al numero chiuso, selezione dopo il primo anno»

Medicina, rivoluzione Grillo: «Stop al numero chiuso, selezione dopo il primo anno»
di Ettore Mautone
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Domenica 23 Settembre 2018, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 08:37

Per tamponare la carenza di medici nei pronto soccorso (documentata nell'inchiesta di ieri del Mattino), il ministro della Salute Giulia Grillo pensa a una misura di urgenza per consentire ai medici precari, che già lavorano da anni nel 118 e nella rete dell'emergenza, ma privi di specializzazione, di accedere ai concorsi in questa specialità. Ciò in attesa di una più ampia riforma della formazione pre e post laurea.

Ministro Grillo, mancano medici specialisti nei pronto soccorso degli ospedali di mezza Italia, le scuole di specializzazione formano pochi medici e spesso sono impiegati nel ruolo camici bianchi equipollenti (chirurghi, anestesisti, internisti) che però appena possono scappano altrove. Come se ne viene a capo?
«Si tratta di un tema figlio di un'errata programmazione che dura da decenni. Per tamponare la situazione stiamo lavorando a una misura urgente che consenta a chi ha maturato un'adeguata esperienza nell'area dell'emergenza, anche con contratti precari ma senza specializzazione, e che lavora da tempo nei pronto soccorso di accedere ai concorsi che spesso registrano pochissime adesioni. Poi metteremo mano a una più ampia riforma di medio termine dell'intero capitolo della formazione dei medici».

Formazione pre o post laurea?
«Di entrambe. Ma bisogna procedere con ordine e fare riforme serie».

Qual è il suo progetto?
«Guardo all'Europa. Il sistema delle borse di studio che vige oggi in Italia è unico in Europa. Nei Paesi più avanzati esistono percorsi di formazione e lavoro in cui il medico laureato accreditato entra a lavorare negli ospedali. Anche i nostri laureati spesso sono presi all'estero per seguire questo percorso che consente di avere medici perfettamente in grado di lavorare anche in prima linea sin dai primi anni successivi alla laurea».

Un tempo era così anche in Italia.
«Esatto, sono figlia di medico, e quel sistema ha formato i migliori medici del mondo».

Oggi chi non si specializza resta nel precariato e c'è un imbuto tra laureati e specializzati.
«Occorre un'operazione di riforma e cambiamento che richiederà tempo».

Rivedrete anche la norma sul numero chiuso?
«Come è concepita oggi la norma non è meritocratica. Va rivista la modalità di selezione».

Quando partirete?
«Facciamo una cosa alla volta ma fatta bene, dopo 25-30 anni di immobilismo e cattive riforme. Perseguiremo un modello di meritocrazia, democratico e aperto».

Un modello di riferimento?
«Ci si potrebbe ispirare a quello francese dove non c'è il numero chiuso all'inizio, con libero accesso al primo anno, e poi una selezione molto serrata per verificare chi è in grado di andare avanti. Ci sono pro e contro ma è meglio del sistema attuale».

E sulla riforma post-laurea come agirete?
«Partiremo dal calcolo del fabbisogno per essere sicuri di non restare senza medici e magari importarli dall'estero. Così come non è giusto esportare medici e infermieri formati nei nostri Atenei».

C'è anche il tema della carenza di medici di famiglia.
«Abbiamo aumentato il numero delle borse e sollecitato le Regioni a aprire subito i bandi, entro il 2018. La carenza è grave e ogni perdita di tempo molto negativa. Un altro nodo che intendiamo sciogliere è quello dell'incompatibilità che non consente a un medico in formazione di svolgere altre mansioni. A 28 anni con 800 euro al mese però ciò non consente di pensare al futuro».

Violenza in corsia, perché frena sulla qualifica di pubblico ufficiale?
«Intanto nel disegno di legge ci sono le aggravanti e gli aumenti di pena. La qualifica di pubblico ufficiale ha una difficile applicabilità».

Basterebbe consentire la procedibilità di ufficio senza querela per violenze ai camici bianchi.
«È un tema che mi sta molto a cuore come donna e come medico. Lavoreremo anche su altri fronti competenza di altri ministeri, per trovare misure e strumenti efficaci. Non escludiamo alcuna strategia compresa la sicurezza nei luoghi di lavoro».
 

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