Dell'Utri latitante, la fuga svelata dal fratello e i passaporti diplomatici. A soccorrerlo anche il faccendiere Mokbel

Dell'Utri latitante, la fuga svelata dal fratello e i passaporti diplomatici. A soccorrerlo anche il faccendiere Mokbel
di Cristiana Mangani
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Sabato 12 Aprile 2014, 10:06
Ha definito la sua storia un “romanzo criminale”, cercando quasi di esorcizzare quella condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa che marted prossimo verr sottoposta al giudizio definitivo della Cassazione. E se per l’ex senatore Marcello Dell’Utri di romanzo criminale si è trattato, il logico epilogo non poteva che essere la fuga. «Mi sto curando - ha fatto sapere da un luogo sicuramente molto lontano da Palermo e dall’Italia - non mi sottrarrò alla giustizia». Nel frattempo, però, ha inviato la sua immensa biblioteca, fatta di libri pregiati, nell’isola caraibica di Santo Domingo, dove c’è il suo lussuoso buen retiro. Si trova già lì o l’ha scelta come prossima destinazione?



LA LATITANZA

Di certo quando l’8 aprile la procura generale di Palermo ha provato a notificargli un’ordinanza di custodia cautelare, dopo che le era stato respinto per due volte un provvedimento restrittivo e un divieto di espatrio, non l’ha trovato. Tanto che ne ha decretato lo status di latitante. L’Interpol ha avviato le ricerche, forte di un mandato di cattura internazionale che in questo momento riguarda solo la presenza per fini processuali. Qualora, poi, la Suprema Corte dovesse confermarne la condanna, dovrà essere emesso un nuovo provvedimento di custodia, stavolta per esecuzione pena. Ma a quel punto, Dell’Utri chissà dove sarà.



IL VOLO PER BEIRUT

In attesa che le indagini abbiano dei riscontri, un testimone dice di averlo visto sul volo Parigi-Beirut il 24 marzo. «Ci ho viaggiato a fianco - ha raccontato - Eravamo in business, l’ho visto ritirare il bagaglio una volta atterrato, e uscire dall’aeroporto». Del resto, Dell’Utri può contare su tre passaporti, tra i quali quelli diplomatici della Guinea Bissau e di Santo Domingo, dove ha anche la cittadinanza. Documenti che ha potuto utilizzare senza alcun problema.

Del Libano e di un possibile appoggio locale ne ha parlato proprio il fratello Alberto. È del 7 aprile scorso la nota della Dia nella quale è contenuta la registrazione di una cena nel ristorante ”Assunta Madre”, in via Giulia, dove Alberto stava a tavola con Vincenzo Macaluso. Non era lui, però, a essere intercettato, bensì il proprietario del noto locale romano, Gianni Micalusi, finito al centro di un’indagine della procura di Roma per riciclaggio. Dice Alberto: «Qua bisogna accelerare i tempi, devi avere gente sul posto che ti dà una mano, che ti aiuta...che fai lì, non conosci nessuno...invece questi sono bene sistemati... Il programma è quello di andarsene in Libano dove Marcello starebbe bene perché lui c'è già stato lo conosce, c'è un grande fermento culturale».



Tutto ciò - scrive la Corte d’Appello - evidenzia come sia il Libano il luogo individuato. Alberto Dell’Utri, infatti, ha riferito al suo interlocutore le indicazioni che aveva fornito al fratello Marcello un certo Gennaro (poi individuato dalla Dia nel pregiudicato Mokbel, sottoposto all’obbligo di dimora a Roma, con il quale Dell’Utri avrebbe ammesso di avere rapporti solo per la comune passione per l’arte) che gli aveva indicato il soggetto di cui potersi fidare». Il fratello gemello dell’ex senatore parla anche di un retroscena che aveva a che fare con «un personaggio che ha sposato la figlia del presidente africano». E sull’ipotesi del Libano spiegava che Marcello aveva cenato a Roma con un politico importante del Libano, «che si candida presidente».



SANTO DOMINGO

Nel frattempo, ieri, è cominciata la corsa agli avvistamenti. E c’è chi ha già trovato l’ex senatore proprio a Santo Domingo. Sarebbe stato a mangiare al locale Caribbean Tropical Sullivan di proprietà di un napoletano di nome Antonio Romano detto “a paliat” (“la picchiata”). Antonio afferma di averlo riconosciuto solo in un secondo momento. Era nel suo locale con bermuda e due cellulari al seguito. Lo avrebbe visto nervoso, agitato e preoccupato. Era veramente lui?
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