Lorenzo Fioramonti, deputato M5S indicato da Di Maio come possibile ministro dello Sviluppo Economico, commenta così sul social network: «Abbiamo fatto quanto promesso in campagna elettorale. Non avendo la maggioranza, abbiamo dialogato per 40 giorni con la Lega e per due settimane con il Pd. Di più non si poteva fare. Abbiamo studiato i loro programmi e fatto anche le 'tabellinè per aiutarli a sedersi al tavolo. Sembra proprio che parlare di 'temì non interessi alle altre forze politiche.
Peccato per l'Italia, che si trova senza governo, indebitata e senza una visione innovativa per il futuro».
Dello stesso tenore il post pubblicato su Fb dal 'pretoriano' Alfonso Bonafede: «Ce l'abbiamo davvero messa tutta per portare il dibattito sui temi e le priorità dei cittadini. Renzi, mortificando qualsiasi discussione interna al Pd (ammesso che ci fosse), ha dato una risposta chiara: 'no ai temi per i cittadinì». Il senatore Gianluigi Paragone, che aveva profetizzato il naufragio della trattativa coi dem, afferma: «Tutto come previsto... Nessun governo con il Pd. Dovevamo provarci per dovere istituzionale ma sapevamo benissimo che non c'era storia. Anche stavolta ve l'avevo detto che sarebbe finita così». E aggiunge: «Ora la partita tocca al Capo dello Stato. Staremo a vedere quali soluzioni arriveranno, se ne arriveranno. Altrimenti andremo al voto pur consapevoli del fatto che questa è una legge elettorale pessima, scritta e votata da altri». Ironico il commento del deputato Stefano Buffagni, dimaiano di ferro: «Io voglio ringraziare pubblicamente il bulletto di Rignano... ci ha ricordato perché abbiamo sempre combattuto il suo Pd... Grazie perché riesce sempre a ricompattare il Movimento».
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