Matteo Renzi esulta: «Approvata oggi la legge sul depistaggio. Una scelta giusta, un atto dovuto. Un pensiero alle famiglie delle vittime delle stragi #lavoltabuona», scrive su Twitter il presidente del Consiglio. E plaude anche il presidente del Senato Pietro Grasso. Il codice penale prevede una aggravante per la frode processuale e il depistaggio. Invece la legge Bolognesi introduce un reato proprio, nel senso che si punisce con il carcere da 3 a 8 anni il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che compie una azione finalizzata ad impedire, ostacolare o sviare un'indagine o un processo penale: mutare artificiosamente il corpo del reato, lo stato dei luoghi o delle cose o delle persone connessi al reato; affermare il falso o negare il vero ovvero tacere in tutto o in parte ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito.
Quindi oltre al fatto che deve essere un pubblico ufficiale a compiere l'azione, ci deve essere il dolo, cioè l'intenzione di depistare. Se questa azione è commessa mediante «distruzione, soppressione, occultamento, danneggiamento, in tutto o in parte, ovvero formazione o artificiosa alterazione, in tutto o in parte, di un documento o di un oggetto» da usare come prova, la pena è aumentata da un terzo alla metà. La pena sale dai sei ai 12 anni, quando il depistaggio è commesso in un processo su reati gravi: associazioni sovversive, associazioni terroristiche, attentato contro il Presidente della Repubblica, attentato per finalità terroristiche o di eversione, atto di terrorismo con ordigni, attentato contro la Costituzione, insurrezione armata, strage, sequestro di persona a scopo di terrorismo o eversione, banda armata, mafia, associazioni segrete, traffico illegale di armi o di materiale nucleare, chimico o biologico e i reati associativi.
Se però il pubblico ufficiale depistatore si pente e collabora con la giustizia per ripristinare lo stato originario delle prove, e a «ricostruire il fatto» e a «individuare gli autori», la pena è diminuita dalla metà a due terzi.
Come pena accessoria c'è anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. La pena si applica anche se il pubblico ufficiale ha lasciato il servizio.
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