Yara, la lettera di Bossetti dopo l'ultimo no dei giudici: «Io, calpestato. Voglio ripetere l'esame scientifico»

Yara, la lettera di Bossetti dopo l'ultimo no dei giudici: «Io, calpestato. Voglio ripetere l'esame scientifico»
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Giovedì 10 Giugno 2021, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 17:07

Massimo Bossetti ha inviato una lettera alla trasmissione “Iceberg Lombardia” dopo la decisione della Corte d’Assise di Bergamo che non permette ai suoi avvocati di procedere all'analisi dei reperti. La lettera, che sarà letta per intero stasera alle 20:30 su Telelombardia, inizia con la forte espressione «Mi sento non considerato, ignorato e calpestato». L'ex operaio accusa di non potersi difendere dalle accuse: «In tutto questo tempo non ho mai preteso né voluto essere assolto» si legge nella lettera «ma ho sempre detto a tutti che mi venisse data la ripetizione di quel benedetto esame scientifico. Affinché con certezza assoluta io possa garantire l’esatto contrario di quanto vergognosamente continuano a volermi ingiustamente attribuire». 

 

No al nuovo processo per l'omicidio di Yara

Meno di una settimana fa sembrava che il caso Yara Gambirasio si potesse riaprire a 10 anni dal ritrovamento del cadavere della 13enne lombarda.

I giudici della Corte d’Assise di Bergamo hanno valutato che sui reperti usati per la condanna definitiva di Massimo Bosetti per l’omicidio ritenendo un loro ulteriore esame sarebbe solo un quarto grado di giudizio. Per la corte tutti i dubbi espressi dagli avvocati «hanno trovato razionale spiegazione nelle sentenze» e quindi non ci sarà un nuovo processo.

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Bossetti denuncia i magistrati

Massimo Bossetti è intenzionato a denunciare i magistrati di Bergamo per depistaggio dopo che il 3 giugno la Corte d’assise di Bergamo ha respinto di nuovo la richiesta dei legali di Bossetti di accedere ai reperti. Oggi l’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ha pubblicato un post su Facebook dove ha scritto: «Massimo Bossetti è innocente. Se mai avessi avuto dei dubbi, ora ne ho la certezza. Il non risultato ottenuto con la nuova pronuncia della Assise di Bergamo è, nuovamente, la dimostrazione della piena innocenza di Bossetti e che è semplicemente, al pari di tanti e tanti altri ingiustamente condannati, vittima di un sistema sordo e cieco».

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